Cottarelli non avrà maggioranza e si voterà ad ottobre Allora, il morto è sulla bara. E il morto è il Governo M5S- Lega. Il presidente del consiglio incaricato, Giuseppe Conte, ha rimesso il mandato di formare il Governo nelle mani del presidente della Repubblica. Il Governo non è nato per il ‘no’ di Mattarella alla scelta di Paolo Savona come ministro dell’Economia e delle Finanze. Adesso l’incarico andrà a Carlo Cottarelli, convocato per domattina al Quirinale (la cronaca della giornata a pagina 2). La più grave crisi istituzionale della Repubblica Con il ‘no’ di Mattarella a Savona e l’indisponibilità di M5S e Lega a cambiare il nome per il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) si è aperta la più grave crisi istituzionale della Repubblica.
Di Maio afferma che il M5S chiederà l’impeachment per Mattarella, la Lega non parla di impeachment ma accusa il Colle di volere un ministro al Mef nominato dall’Eurozona e di non rispettare il voto degli italiani espresso il 4 marzo.
Si annuncia la mobilitazione di piazza, che sarà l’antipasto di una campagna elettorale al calor bianco, visto che il Governo Cottarelli non avrà la maggioranza in Parlamento e quindi si voterà ad ottobre.
La situazione si fa incandescente. Mattarella ha torto o ragione? Sul piano costituzionale Mattarella ha esercitato le sue prerogative. I ministri li nomina lui. E poteva invocare (ma non l’ha fatto pubblicamente) la norma costituzionale che obbliga l’Italia ai Trattati che firma. Ha giudicato insufficiente la nota di Savona, ritenendo che l’obiettivo vero del Governo fosse l’uscita dall’euro.
E qui ha sbagliato. Perché poteva pretendere su questo punto un impegno preciso del Governo e sventolare quello ad Eurozona e mercati. Perché su quello che dice Savona nella nota è d’accordo la stragrande maggioranza degli italiani. Perché è chiaro: se non si fanno riforme radicali, l’Eurozona e l’euro salteranno da soli. E molti toccano con mano la sgradita sensazione che l’Italia ha ceduto molta sovranità all’Ue e all’Eurozona e che anche la nomina di un ministro di fatto non è più nelle nostre mani.
Sovranità ceduta a un’Eurozona in cui la Germania la fa da padrona e che, da motore dell’economia europea che doveva essere, è diventata esportatrice di deflazione, che significa in sostanza vedere peggiorare, per larghi strati della popolazioni, le condizioni di vita e di lavoro. Meno benessere, insomma, mentre era stato promesso che con l’euro ce ne sarebbe stato di più.
Da qui la rivolta. Anche se va detto che l’Italia ha varie colpe, ma certamente non tutte. Elezioni a ottobre, i problemi nei partiti La crisi della Repubblica, con le elezioni a ottobre (perché il Governo Cottarelli non avrà la fiducia delle Camere), apre nuove scenari. Intanto bisognerà vedere come gli italiani valuteranno quanto accaduto. L’impressione è che aver detto ‘no’ a Paolo Savona, il più importante economista monetario italiano, che non è un Varoufakis e che ha curriculum da paura, accentuerà la spinta anti establishment e premierà ancora di più Lega e M5S.
Commenta per primo