05/18/2018 [quads id=1] Spaventa l’epidemia di Ebola in Congo, già 25 le vittime La malattia, che dall’inizio del mese colpisce le due zone rurali di Bikoro e Iboko, fa più paura da quando sono stati segnalati i primi casi nel centro urbano di Mbandaka, abitato da un milione e mezzo di persone. Riunione d’emergenza dell’Oms, pacchetto di aiuti da Ue.
Si amplia l’emergenza Ebola nella Repubblica Democratica del Congo. Nel nord-ovest del Paese, secondo l’ultimo bilancio diffuso dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sono stati registrati 45 casi, di cui 14 confermati, e 25 morti. La malattia, che dall’inizio del mese colpisce le due zone rurali di Bikoro e Iboko, fa più paura da quando sono stati segnalati i primi casi nel centro urbano di Mbandaka, abitato da un milione e mezzo di persone. Il rischio di diffusione del virus nel Paese passa da “alto a molto alto”, afferma l’Organizzazione mondiale della Sanità. Da domenica partirà un ciclo di vaccinazioni.
Oms: non è un’ermegenza internazionale
Per l’Oms l’epidemia di Ebola al momento non è una emergenza internazionale di salute pubblica. Lo ha annunciato il capo del Comitato di emergenza dell’organizzazione dell’Onu, Robert Steffen, durante una conferenza stampa al termine di una riunione dell’organismo. “Le condizioni per dichiarare una emergenza pubblica – ha affermato – non ci sono, anche se dobbiamo affrontare diverse difficoltà per contenere la malattia”.Intanto a Mbandaka, capoluogo della provincia Equateur, sulle rive del fiume Congo, la popolazione denuncia il mancato intervento delle autorita’ sanitarie locali. Da oggi l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) sta procedendo al dispiegamento di epidemiologi e personale sanitario a Kinshasa, la capitale, e in altri 16 zone frontaliere per cercare di arginare i contagi, anche con i Paesi confinanti.
Pacchetto di aiuti dalla Ue
La Commissione europea ha varato un pacchetto di aiuti umanitari urgenti per aiutare il contenimento del focolaio di Ebola nella Repubblica Democratica del Congo. La prima misura è lo stanziamento di un milione e mezzo di euro per il supporto logistico alle operazioni dell’Oms e di ulteriori 130mila euro per la Croce rossa internazionale. Inoltre il servizio aereo umanitario della Protezione civile europea (Echo) sarà utilizzato per il trasporto di esperti medici, staff di emergenza e attrezzature nella zona interessata.
La malattia
La malattia da virus Ebola, spiega il Ministero della salute, precedentemente nota come febbre emorragica da virus Ebola, è una malattia grave, spesso fatale, con un tasso di mortalità di circa il 50%. Nelle epidemie passate il tasso di mortalità variava dal 25% al 90%. Colpisce gli uomini e i primati (scimmie, gorilla, scimpanzé).
L’origine del virus
L’Ebola, si legge sul sito dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), ha esordito nel 1976 in due focolai contemporanei: in un villaggio nei pressi del fiume Ebola nella Repubblica Democratica del Congo e in una zona remota del Sudan. L’origine del virus non è nota ma – sulla base delle evidenze finora disponibili – i pipistrelli della frutta sono considerati i probabili ospiti del microrganismo.
L’infezione
La popolazione umana può contrarre Ebola attraverso lo stretto contatto con sangue, secrezioni, tessuti, organi o fluidi corporei di animali infetti. In Africa, l’infezione è avvenuta attraverso la manipolazione degli scimpanzé, gorilla, pipistrelli della frutta, scimmie, antilopi di foresta e istrici infetti trovati malati o morti o catturati nella foresta pluviale.
Come si trasmette il virus
Quando l’infezione si manifesta negli esseri umani, il virus si può diffondere tramite contatti diretti attraverso pelle con ferite, o mucose e membrane, con sangue o fluidi di un malato. I fluidi includono: urina, saliva, feci, vomiti, liquido seminale. Il contagio può avvenire inoltre con oggetti quali aghi e siringhe contaminati. Il virus Ebola può essere trasmesso da un soggetto infetto a partire dal momento della comparsa dei sintomi tipici della malattia e in alcuni casi anche dopo l’avvenuta guarigione del paziente. A rischio sono anche i rapporti sessuali fino a due mesi dopo l’avvenuta guarigione. Le persone sono contagiose fino a quando il sangue e le secrezioni contengono il virus.
Come non si trasmette il virus
L’Ebola non si diffonde tramite aria, acqua o cibo. Non si può contrarre la malattia maneggiando denaro o prodotti alimentari o nuotando in piscina. Le zanzare non trasmettono il virus Ebola. Le persone a più alto rischio sono gli operatori sanitari e le famiglie in contatto con i malati.
Quanto è resistente il virus
Il virus Ebola viene ucciso facilmente da sapone, candeggina, luce solare o asciugatura. Il lavaggio in lavatrice di indumenti contaminati da liquidi è sufficiente a distruggerlo. Il virus sopravvive solo per breve tempo su superfici esposte alla luce solare o secche.
Quali sono i sintomi
I segni e i sintomi tipici di infezione da Ebola, spiega l’Oms, sono comparsa improvvisa di febbre, intensa debolezza, dolori muscolari, mal di testa e mal di gola, seguiti da vomito, diarrea, esantema, insufficienza renale ed epatica e, in alcuni casi, emorragia sia interna che esterna. Il periodo di incubazione o l’intervallo di tempo dall’infezione alla comparsa dei sintomi è tra 2 e 21 giorni. L’infezione può essere confermata solo da test di laboratorio.
Come si cura la malattia
Una cura precoce di supporto con reidratazione e terapia sintomatica, si legge sul sito del Ministero della Salute, migliora la sopravvivenza della persona contagiata. Allo stato attuale non esiste una terapia in grado di neutralizzare il virus, ma sono in fase di studio l’uso di sangue intero e sieri provenienti da soggetti convalescenti e terapie farmacologiche.
Esiste un vaccino per Ebola?
Attualmente esiste un vaccino sperimentale che si è rivelato altamente protettivo contro il virus Ebola. Si tratta del vaccino rVSV-ZEBOV, sviluppato da Merck, studiato in diversi esperimenti che hanno coinvolto oltre 16 mila volontari in Europa, Africa e Stati Uniti. In base ai risultati ottenuti, spiega l’Oms, è stato giudicato “sicuro” per l’uso sugli umani. La sua effiacia è stata studiata in particolare in Guinea su un campione di 11.841 persone nel 2015. Sulle 5.837 persone che hanno ricevuto il medicinale non sono stati registrati casi di Ebola dopo 10 giorni o più dalla vaccinazione. Nel gruppo di controllo, non sottoposto al vaccino, sono stati registrati invece 23 casi. La sperimentazione è stata condotta dall’Oms, in collaborazione con il Ministero della salute della Guinea e altri partner internazionali. In caso di emergenza, anche durante le ultime fasi di test, Merck si era impegnata a fine 2017 ad assicurare 300mila dosi di vaccino.
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