Rassegna stampa video del 24 luglio 2020, venerdì, giornali in pdf

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Congresso Pd, Presciutti scende in campo e sfida De Rebotti

Il sindaco di Gualdo Tadino, Massimiliano Presciutti, ha reso noto il suo manifesto in vista del congresso del Pd in cui verrà individuato il nuovo segretario. Oltre lui Francesco De Rebotti e Tommaso Bori.

De Rebotti ieri ha inviato il suo programma suddiviso per argomenti, dall’ambientalismo del fare, alla sanità pubblica e servizi diffusi sul territorio, viabilità, trasporti e infrastrutture digitali, e poi ancora lavoro e sviluppo legalità e sicurezza, senza dimenticare il terremoto e la ricostruzione.

“Quando si chiude un ciclo l’unica cosa da fare è ripartire da zero, dalle fondamenta e non dal tetto, senza scorciatoie o atteggiamenti gattopardeschi, con umiltà, coraggio e forte determinazione, ma soprattutto con protagonisti diversi, completamente nuovi”- spiega Presciutti nel sul manifesto. Ricostruire una comunità più bella, aperta ed inclusiva è un obiettivo ambizioso, l’unico che possiamo e dobbiamo perseguire, non è più tempo di guardare al passato, magari pensando di riproporre schemi e figure ormai logore e lontane dal tempo e soprattutto dalle ansie, le aspettative ed i bisogni quotidiani dei cittadini. Ciò di cui l’Umbria ha  bisogno non è un Nuovo Partito ma un Partito Nuovo, capace di avere una visione di medio e lungo periodo, in grado di anticipare e non rincorrere gli eventi, non un partito liquido ma che torni nei territori in tutte le sue articolazioni, un partito dove prima vengono gli ultimi”.

AMBIENTALISMO DEL FARE: “La tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini sono principi inderogabili a cui non intendiamo rinunciare, ma la scienza e le esperienze virtuose in Italia ed in Europa  dimostrano come essi possano andare a braccetto con investimenti innovativi, sviluppo dei territori e benefici per i cittadini e le imprese. In Umbria abbiamo discariche in esaurimento, a fronte di una crescita della raccolta differenziata i cittadini non trovano adeguato riscontro nelle tariffe, che tranne in rari casi, hanno subito negli anni un costante aumento, la chiusura del ciclo dei rifiuti è un tema che non può essere delegato esclusivamente agli esperti per quanto di livello, ma impone scelte politiche forti, radicali, partecipate”.

SANITA’ PUBBLICA E SERVIZI DIFFUSI SUL TERRITORIO: “L’emergenza Covid-19 ha dimostrato ancora una volta, qualora ce ne fosse stato bisogno, l’assoluta centralità del servizio sanitario pubblico universale, una conquista di più di 40 anni fa che pone il nostro paese all’avanguardia su scala mondiale. In Umbria non possiamo tornare indietro o mutuare modelli che hanno mostrato maggiore fragilità del nostro ma dobbiamo implementare in maniera decisa la sanità pubblica umbra attraverso poche ma incisive scelte. Rafforzare i servizi territoriali e domiciliari, assumere personale, garantire un alto livello delle prestazioni ospedaliere puntando su punti di eccellenza regionale diffusi nei presidi dell’emergenza urgenza, evitando il proliferare di servizi doppi o tripli spesso fonte di sprechi ed inefficienze. Centralità va data alle cosiddette Case della Salute, sulle quali vanno investite le risorse necessarie, alle AFT per garantire un servizio h24 sette giorni su sette da parte dei medici di medicina generale, per decongestionare i pronto soccorsi e garantire un servizio di prossimità di base, al ruolo fondamentale delle farmacie dei servizi, presidi territoriali la cui valenza ed imprescindibilità si è toccata ulteriormente con mano nel periodo dell’emergenza piu’ acuta del covid-19”.

VIABILITA’- TRASPORTI- INFRASTRUTTURE DIGITALI: “Sono necessarie anche in questo settore fin da subito massicce misure anticicliche, tradotto una mole importante di investimenti pubblici da sbloccare e di progettazioni da ultimare. Anche l’Umbria deve saper cogliere questa occasione, senza ulteriori rinvii o perdite di tempo. La linea ferroviaria ad alta velocità Roma-Ancona va fatta senza indugio o ulteriori studi così come prevista ormai da decenni, quelli già fatti e più che mai attuali dimostrano come sia un’opera strategica per il centro Italia, per l’Umbria in particolare vale per 5 anni 1,5 punti di PIL l’anno. Così come le infrastrutture stradali ferme da troppo tempo in vari punti della Regione, che potrebbero rappresentare un asset strategico per la ripresa dell’economia in un settore storicamente trainante come l’edilizia ed il suo indotto. Il trasporto pubblico locale va implementato ed incentivato con particolare riferimento alle sue forme green, incentivandone l’utilizzo anche con provvedimenti ad hoc, come avviene in altre regioni, per studenti e fasce piu’ deboli e vulnerabili”.

LAVORO E SVILUPPO: “Per troppo tempo abbiamo rincorso, le crisi aziendali si sono moltiplicate negli ultimi anni, abbiamo perso interi settori  senza che nella maggioranza dei casi si sia riusciti a trovare una soluzione adeguata, ci siamo allontanati dai lavoratori e spesso non siamo stati in grado di interloquire in maniera seria ed approfondita con le imprese. Si impone un’inversione di tendenza, lo storico risultato raggiunto in sede Europea sul recovery fund deve produrre anche in Umbria risultati concreti, per questo occorre un vero e proprio recovery plan, un piano strategico di investimenti e rilancio da discutere e condividere con le parti sociali ed i portatori di interessi diffusi in maniera rapida, concreta ed incisiva. Quella che una volta si sarebbe chiamata concertazione oggi va riproposta in chiave moderna ed innovativa, perché nessuno può farcela da solo, ma occorre condividere le misure, gli strumenti e gli interventi più utili da rendere immediatamente esigibili per cittadini ed imprese”.

UN MODELLO FORMATIVO AL PASSO COI TEMPI: “Altro obiettivo prioritario è quello della formazione delle future classi dirigenti. Una scuola moderna, efficiente fortemente innovativa è la chiave per far crescere al meglio i nostri figli, renderli protagonisti e combattere la dispersione scolastica. Occorrono ulteriori risorse per strutture adeguate e sicure, con classi i cui numeri possano consentire un  livello di apprendimento consono, insegnati e personale non docente in numero sufficiente per garantire un regolare svolgimento delle lezioni  e selezionati in maniera altrettanto adeguata.

LEGALITA’ E SICUREZZA

Legalità e sicurezza non sono temi che appartengono alla destra ed ai populisti, sono altresì principi cardine sui quali non sono concesse deroghe.

Legalità, sicurezza ed inclusione sociale non sono principi in contraddizione ma fortemente collegati fra loro, una società attenta e inclusiva verso i piu’ deboli è di gran lunga una società piu’ sicura, dobbiamo combattere chi semina odio e discriminazione lucrando facile consenso sulle legittime ansie e paure delle persone.

La sicurezza dei cittadini va garantita attraverso un costante rapporto fra istituzioni, forze dell’ordine e cittadini, con strumenti ed attività concertate e soprattutto garantendo il massimo della collaborazione.

La legalità è tema che abbraccia diversi ambiti a partire dalla scuola dove vanno implementate le iniziative, incontri e progetti didattici dedicati per far crescere cittadini consapevoli e civicamente ben formati.

La lotta alla criminalità non ha colore e  va comunque accompagnata necessariamente dalla certezza della pena, chi sbaglia deve pagare il giusto prezzo senza se e senza ma.

Questi temi come è del tutto evidente sono anche e soprattutto nostri, tolleranza zero verso chi delinque, inclusione sociale, rispetto delle norme, massima collaborazione e rispetto nei confronti dei servitori dello stato quotidianamente impegnati in prima linea devono essere il nostro mantra.

 

TERREMOTO E RICOSTRUZIONE

Nella storia del nostro paese e della nostra regione questa è la prima volta che una gestione post-sisma diventa un freno piuttosto che un’opportunità.

Sono passati ormai 4 lunghi anni dalle tremende scosse che sconvolsero il centro Italia seminando morte e distruzione, ma ad oggi poco o nulla si è fatto concretamente per ricostruire tranne cambiare una sequela di commissari straordinari.

C’era e c’è un modello che potevamo e possiamo ancora mettere in campo ed è il Modello Umbria-Marche del 1997/98.

Vanno dati poteri di commissari straordinari ai presidenti di regione e vanno date piu’ responsabilità ai sindaci e agli amministratori locali che conoscono più di tutti le problematiche dei loro territori amministrati.

Si passi in fretta da una gestione centralizzata ad una decentrata più snella ed efficace affidando la gestione diretta delle risorse alle regioni ed ai comuni, questo facemmo in Umbria di concerto col governo e tutte le parti sociali nel 1997/98 rappresentando un modello di virtuosità, capacità e celerità nelle risposte che abbiamo esportato anche in altre regioni italiane ed in Europa, dobbiamo invertire subito la rotta se vogliamo ricostruire presto e bene, nella legalità, in sicurezza dando nuove opportunità di lavoro e di crescita anche a tante piccole e medie imprese umbre

UNA REGIONE PROTAGONISTA DEL CAMBIAMENTO

I dati certificano un calo demografico ormai strutturato in tutto il paese, si impone oggi più che mai una revisione di un modello di regionalismo ormai superato che va riportato da un lato al suo spirito originario di ente di programmazione ed indirizzo, dall’altro va ripreso con forza il ragionamento della macro regione del centro Italia prima che sia troppo tardi.

Una nuova architettura istituzionale si rende quanto più necessaria in un momento storico come questo dove dovremo affrontare un vero e proprio sforzo di ricostruzione collettiva del tessuto socio economico.

Regioni più grandi e strutturate con bacini territorialmente omogenei, sono sicuramente più competitive, Province che diventano la casa dei comuni possono rappresentare un elemento di semplificazione istituzionale vero e non di facciata, le unioni dei comuni che diventano finalmente aggregazioni funzionali a dare servizi di maggiore qualità e quantità ai cittadini, sono sfide che dobbiamo giocare e vincere.  Anche in questo caso dobbiamo condurre una battaglia politica non di retroguardia ma altamente avanzata, che guardi allo sviluppo ed alla crescita e non al campanile.

Questi alcuni punti molto sintetici sui quali mi piacerebbe si aprisse una discussione vera sia fuori che dentro il partito democratico, sono temi concreti che investono la carne viva dei nostri cittadini e delle nostre imprese dalle più grandi alla rete diffusa della media e piccola impresa artigianale e commerciale.

Temi sui quali sarebbe stato bello ed utile un confronto aperto, non ristretto ai soli iscritti ma a tutti quelli (e sono potenzialmente tanti) che vorrebbero tornare a dare il proprio contributo appassionato di idee e proposte, ma che si sono allontanati quasi rassegnati.

Il mio contributo in questo congresso sarà teso a questo, stimolare ed approfondire una discussione di merito, per costruire un partito nuovo, diverso, moderno, non liquido ma presente in ogni territorio dal più grande al più piccolo, un partito che abbia l’ambizione di porsi obiettivi importanti, di ricominciare ad essere punto di riferimento politico ed ideale non solo per la sinistra ma per tutti i riformisti, gli ambientalisti, i cattolici democratici, i movimenti che in questi mesi sono cresciuti e che ci hanno stimolato su molti temi.

Un partito del fare gentile ma allo stesso tempo dinamico e coraggioso, che combatte l’odio e la violenza, che non va in cerca di facili applausi ma delle proposte più veloci ed incisive per rispondere alle esigenze dei cittadini, che parli alla testa ed al cuore delle persone e non alla pancia come fanno in troppi, che sia capace di ascoltare, elaborare, riflettere, proporre, realizzare, unire e non dividere, un partito veramente democratico dove il confronto torni ad essere vero, dove prima vengono gli ultimi, una nuova  casa che mattone dopo mattone saremo in grado di ricostruire dal basso, con fatica e passione, senza rottamare nessuno, ma chiedendo gesti di grande generosità politica, del resto non possiamo pensare di vincere la partita con gli stessi giocatori a fine carriera che ci hanno condotto verso le peggiori sconfitte della nostra storia.

Io ci sono, spero torneremo presto ad essere in tanti con la voglia e l’entusiasmo di cambiare.

Ce la possiamo e dobbiamo fare, insieme vinciamo.

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