Presentato #Assissore, 20 mesi di tweet, l’Instabook di Eugenio Guarducci

di Morena Zingales e Marcello Migliosi
Presentato #Assissore, 20 mesi di tweet, l’Instabook di Eugenio Guarducci «
Bisogna imparare ad amarsi in questa vita. Bisogna imparare a lasciarsi quando è finita», le parole di Eugenio Guarducci, ex assessore al turismo e cultura di Assisi e ora – per vocazione – #Assissore, ha preso spunto dalla canzone di Ornella Vanoni per dare un po’ la firma di quello che è stato l’incontro all’Enoteca Lombardi, a Borgo Aretino di Assisi. In quella che è una delle più belle vie della Città serafica, con sullo sfondo meravigliose etichette di vino, l’assessore – oh pardon – l’Assissore ha presentato il suo Instabook.

Un “compendio” di ben 48 pagine di tweet, 137 per la precisione, screenshottati da pc e suddivisi in 24 capitoli. “Fra quattro anni non dovrò preoccuparmi di raccogliere volti, dovrò, invece, occuparmi di come avrò contribuito ad aver riempito dei vuoti”, c’è scritto in uno di questi.

Twitter

Tutta una serie di instant che su Twitter, nel corso di 20 mesi di assessorato, raccontano – e li potete vedere nel pdf allegato all’articolo – uno spaccato curioso di ciò che è stata una esperienza importante. Un’alternanza di passaggi con tratti seri ed ironici che rappresentano anche lo stile con il quale l’#assissore si è adoperato in Assisi.

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“Questo book – ha detto – è stata una sorta di sfogo per colmare la sofferenza per la scelta fatta. Mi sono trovato bene sin dall’inizio – ha aggiunto -, ma quando non ci sono più elementi di compatibilità, meglio lasciare ed io ho lasciato”.

Ad una domanda in cui si definiva la sindaca Stefania Proietti “burattinaia” (Guarducci, “questo lo dici tu”), se in realtà erano dimissioni spontanee o “spintanee”, Eugenio ha risposto così.

«Avevo chiesto a Stefania – racconta – già all’inizio dell’anno di sostituirmi perché su quattro o cinque punti del piano marketing c’eravamo arrestati e non riuscivamo a sbloccarci. Mi sono, allora, detto che, forse, c’era una visione diversa e allora dissi, in maniera amichevole, se è così è il caso di trovare una sostituzione alla mia figura».

A quel punto, stando a quanto racconta Eugenio Guarducci, il sindaco gli chiese di attendere le elezioni del 4 marzo. «Ho compreso – spiega – che poteva creare qualche imbarazzo e allora ho aspettato il quattro marzo e le elezioni». Il risultato elettorale, come avemmo scrivere qualche tempo fa, non è che abbia lasciato Guarducci “senza reazioni” eh.

«Io – dice ancora – la botta l’ho avvertita, non sono del Pd anche se, non proprio convinto, per il Pd ho votato. E mi aspettavo che anche altri dessero un segnale. Io l’ho dato. Ho chiamato Stefania e le ho detto che volevo approfittare per andarmene». Rimpasto di giunta, anche come reazione alla debacle del Centrosinistra, secondo l’ex assessore che consigliò anche un’opera di “rivisitazione” dell’esecutivo.

Alla domanda se si è pentito Guarducci ha detto che “non tornerebbe mai indietro, ma è molto dispiaciuto”.

Con santa pazienza, Guarducci ha poi spiegato – tweet dopo tweet – il significato di ognuno di essi. Alla conferenza stampa sono intervenuti, fra gli altri, il professor Enrico Sciamanna, il consigliere Pd, Franco Matarangolo e Vincenzo De Santis della Confcommercio. Alla fine un bel brindisi con prosecco e moscato dell’enoteca Lombardi offerto da Guarducci.

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