Legge contro discriminazioni sessuali, a Perugia manca numero legale e salta la seduta PERUGIA – La presidente dell’Assemblea legislativa Donatella Porzi ha dovuto interrompere la seduta odierna poco dopo le ore 13, per mancanza del numero legale. In Aula stava iniziando la discussione della proposta di legge “Norme contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale” ed era già stata illustrata, dal consigliere Attilio Solinas (firmatario dell’atto con Chiacchieroni e Leonelli del Pd), la relazione di maggioranza, quando il consigliere Sergio De Vincenzi (RP) ha chiesto la verifica del numero legale. Erano assenti giustificati fin dall’inizio dei lavori la presidente Catiuscia Marini e i consiglieri Carla Casciari, Marco Vinicio Guasticchi-PD e Raffaele Nevi-FI, mentre altri hanno abbandonato l’Aula durante i lavori. La seduta è stata tolta. Già in apertura, il consigliere Sergio De Vincenzi (Rp) aveva ribadito la “illegittimità dell’iscrizione dell’atto all’ordine del giorno, in quanto non provvisto di norma finanziaria poiché il testo fa riferimento a risorse per l’anno 2016, ora non più disponibili”.
La presidente Porzi ha risposto che gli uffici dell’Assemblea legislativa hanno rilasciato un parere tecnico sulla legittimità dell’iscrizione dell’atto, “resa possibile avendo attualizzato la norma finanziaria e avendola resa coerente con il bilancio attuale”. I consiglieri di opposizione hanno quindi espresso la loro contrarietà: per De Vincenzi “si vuole calpestare l’istituzione con un tecnicismo inammissibile a norma di regolamento”; per Squarta (FDI) si tratta di una “forzatura inaccettabile che rischia di introdurre il principio che si possono approvare leggi anche senza la copertura finanziaria”; per Liberati (M5s) “nonostante la posizione favorevole alla legge, se la maggioranza non ha i numeri non può certo contare sul nostro sostegno”. Si è dunque proceduto, su proposta di Solinas, allo svolgimento delle relazioni sull’atto, in attesa di ricomporre il numero legale in Aula, cosa che non è avvenuta, quindi è stata letta solo la relazione di maggioranza, da parte dello stesso Solinas, prima dell’interruzione definitiva della seduta.
LA RELAZIONE DI MAGGIORANZA: Solinas ha spiegato che la proposta di legge “si propone di affrontare le problematiche legate alle discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, e di indicare soluzioni concrete mediante l’elaborazione di un programma di interventi volti al raggiungimento dell’uguaglianza delle persone a prescindere dal loro orientamento sessuale e dalla loro identità di genere. Anche sulla scia dei gravissimi episodi di omofobia e transfobia che si sono recentemente verificati, ormai è diventato indispensabile affrontare un problema che da tempo denunciano le associazioni rappresentative dei diversi orientamenti sessuali e delle diverse identità di genere. Con queste norme si intende mettere la nostra regione nella condizione di dare attuazione, nei limiti delle sue competenze, ai principi e alle raccomandazioni provenienti dalle istituzioni europee, nella consapevolezza che la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni motivate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere rappresentano un significativo impegno politico, sociale e legislativo. La proposta di legge è frutto di un lungo lavoro di confronto in sede di sottocommissione e successivamente in sede di commissione, ove sono stati esaminati e vagliati attentamente anche i numerosi contributi provenienti da parte dei soggetti coinvolti, talvolta portatori di interessi contrapposti, i quali comunque sono stati presi in considerazione e hanno trovato puntuale riscontro nel testo definitivo, elaborato secondo un equilibrato contemperamento, resosi peraltro necessario anche per migliorare le norme laddove le stesse si presentavano poco chiare e lacunose. Occorre premettere che abbiamo lavorato anche sulle definizioni, poiché alcune associazioni rappresentative dei diversi orientamenti sessuali e delle diverse identità di genere avevano fatto presente che, ai fini di una migliore comprensione del testo, occorreva chiarire il significato di “orientamento sessuale” e, soprattutto, di “identità di genere”. Si è deciso quindi di introdurre una disposizione definitoria, anche se, a seguito di ulteriori approfondimenti, alla luce della circostanza che a livello statale ancora non sono state adottate tali definizioni, anche al fine di scongiurare eventuali problematiche di illegittimità costituzionale ho ritenuto di presentare un emendamento per la soppressione del comma 1 bis che introduce la definizione di identità di genere e di orientamento sessuale”.
Palazzo Donini su assenza Presidente Marini: In merito al rinvio della seduta odierna del Consiglio regionale per mancanza del numero legale, Palazzo Donini ha comunicato che la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, aveva informato con largo anticipo la presidente dell’Assemblea Legislativa, Donatella Porzi, che sarebbe stata presente non appena conclusi gli impegni a Roma per le questioni legate al sisma. Stamani infatti, dalle ore 11 alle 13,20, la presidente Marini è stata impegnata in una riunione con il presidente del Consiglio dei ministri e i presidenti delle Regioni, per affrontare le tante problematiche post terremoto. La presidente Marini aveva comunque assicurato la sua presenza in Consiglio regionale nella seconda parte della giornata.
ANDREA LIBERATI: Negli ultimi 15 giorni la maggioranza in Regione Umbria non ha trovato un accordo minimo nel suo seno: e anche oggi non c’erano i numeri in Aula. Mancava il numero legale, poiché i membri di maggioranza erano 10 su 21: nemmeno il minimo sindacale, come non di rado avvenuto fin qui. Avremmo votato la legge sull’omofobia, ma Catiuscia Marini era assente: eppure poteva tranquillamente spedire l’assessore esterno a Roma -per l’ennesima riunione sul terremoto, finora gestito a suon di annunci. Se la Marini -fatto già accaduto in passato- avesse delegato un membro esterno della Giunta (questi non è computato ai fini del numero legale), la presidente avrebbe consentito, con la sua presenza, la discussione della legge. Con ogni evidenza non c’è stata la volontà, al di là di parole, annunci, grafiche sui social, ma solo la cinica pretesa di tenere saldamente i piedi su due staffe, nonostante impegni assunti addirittura da 10 anni. Il PD sia per una volta responsabile e riporti in Aula la legge, con tutti i crismi, fugando i residui dubbi sul piano procedurale, in modo da assicurare il rispetto delle regole democratiche, a garanzia di ognuno.
Commenta per primo