Pensionati in piazza a Perugia: “Non siamo un bancomat”
Pensionati in piazza – I sindacati dei pensionati di Cgil e Uil hanno organizzato una manifestazione a Perugia, protestando contro la manovra finanziaria del governo. I manifestanti hanno lanciato un chiaro messaggio: “Non siamo un bancomat”, sottolineando il ruolo cruciale degli anziani come unico vero ammortizzatore sociale rimasto nel paese.
Durante il presidio ai giardini Carducci, i sindacati hanno evidenziato il grave problema della perdita del potere d’acquisto, un tema centrale della protesta. Hanno partecipato sia rappresentanti locali che esponenti nazionali, tra cui Pasquale Lucia della Uilp e Oliviero Cappuccini dello Spi Cgil. Gli interventi hanno messo in luce le difficoltà che affrontano quotidianamente i pensionati, con testimonianze dirette su questioni come la non autosufficienza, le pensioni insufficienti e la mancanza di servizi essenziali, in particolare nel settore sanitario.
La manifestazione si inserisce in un contesto più ampio, con eventi simili che si sono svolti in diverse città italiane, segno di un malcontento diffuso tra i pensionati. I sindacati hanno ribadito l’urgenza di risposte da parte del governo, sottolineando che l’iter parlamentare della manovra sta per iniziare. Qualora non venissero adottate misure adeguate a tutelare il potere d’acquisto e a migliorare le condizioni di vita degli anziani, i pensionati hanno annunciato la loro disponibilità a promuovere ulteriori iniziative di protesta.
Il richiamo alla solidarietà e alla giustizia sociale ha caratterizzato l’intera giornata, con i pensionati che hanno chiesto di essere ascoltati e rispettati. La manifestazione ha rappresentato non solo una protesta contro le politiche attuali, ma anche un appello a riconsiderare il ruolo degli anziani nella società, che non devono essere visti solo come una fonte di risorse economiche, ma come una parte vitale e attiva della comunità.
I sindacati continueranno a mobilitarsi per garantire che le esigenze dei pensionati siano adeguatamente rappresentate e che le loro voci vengano ascoltate nelle sedi istituzionali.
Commenta per primo