Massimiliano Alvini, nuovo allenatore del Perugia Calcio



Massimiliano Alvini, nuovo allenatore del Perugia Calcio

di Elio Clero Bertoldi
PERUGIA – “Voglio aprire col Perugia una bella storia”. Massimiliano Alvini, 51 anni, scopre le carte. E non nega, anzi afferma, che “allenare questa squadra che é stata di allenatori del valore di Castagner e di Cosmi, rappresenta per me una grande soddisfazione.” Comunque, essendo figlio di Fucecchio, terra che ha dato i natali ad uno dei giornalisti più importanti della storia d’Italia, come Indro Montanelli, si lascia andare, da buon toscanaccio, ad una battuta: “Voglio, comunque, dire che non mi ha portato qui la piena del Tevere…”. Tanto per rivendicare i suoi venti anni alle spalle di panchine tra dilettanti e professionisti. E per sottolineare che si é fatto da solo e che terrà la schiena dritta, anche nell’ambito del proprio lavoro.

Ha rivelato, che quando allenava in Promozione ed in Eccellenza ed al tempo stesso lavorava come agente di rappresentanza della ditta di calzature di famiglia e transitava lungo il raccordo Perugia-Bettolle, guardava estasiato l’illuminazione del Renato Curi (dove ha anche seguito partite di A e B) e sperava di arrivarci, prima o poi.

“Essere sulla panchina del Grifo – ha scandito – é per me motivo di orgoglio. Cercherò di essere determinato e determinante sul campo. No, non suggerirò i calciatori da ingaggiare. Quello é un compito che spetta a Marco Giannitti e agli altri dirigenti. Saranno, comunque, scelte condivise. Ho grande fiducia in quelle che saranno le operazioni di mercato. Il lavoro sarà il mio campo di battaglia. Ai giocatori chiederò di dare sempre il meglio di se stessi”.

Ha ricostruito i contatti col Perugia: un msm ed una telefonata del 2 giugno, fattigli dal direttore generele Gianluca Comotto e poi l’incontro con quest’ultimo, Giannitti e Santopadre a Fiano Romano.

“La mia idee di calcio – ha spiegato – é quella di una squadra aggressiva, che domini il gioco dall’inizio alla fine e che esalti tutte le caratteristiche, fisiche, tecniche, caratteriali, di ogni giocatore.”
Sul fatto che quest’anno sia appena retrocesso con la Reggiana ha rilevato: “Non é un fatto negativo. Le sconfitte servono a far crescere.”

Nelle prossime ore verrà resa nota la composizione completa del suo staff, ma sono confermate le anticipazioni del secondo Montagnolo e dell’analista Bonacci, entrambi trentenni e “fidati”.
Ha, infine, confidato che sul piano tecnico si sente più vicino a Maurizio Sarri che non a Fabrizio Castori, pur stimandoli entrambi.

“Al primo mi lega – ha rimarcato – la corregionalità e l’amicizia. Quando allenava l’Empoli andavo a seguire i suoi allenamenti. Ed é vero che nella mia tesi di Coverciano ho simulato un confronto tra l’Albinoleffe del quale ero in panchina ed il Napoli di Sarri, sebbene quell’anno Maurizio fosse al Chelsea. Come é finita la partita simulata? In parità”.
Auguri di buon lavoro, mister.

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