L’Italia e la corsa contro il tempo per evitare il peggio
Stavolta l’Italia ha i giorni contati per evitare il peggio. La Commissione europea mercoledì ha raccomandato l’apertura della procedura di infrazione per debito eccessivo.
Sul tavolo degli imputati c’è l’aumento del debito pubblico, salito dal 131,4% del PIL nel 2017 al 132,2% nel 2018 e destinato a salire ancora al 133,7% per il 2019 e al 135,2% nel 2020.
Numeri che significano una violazione del patto europeo di stabilità e crescita. Il Commissario Moscovici, tuttavia, manda un segnale di apertura al governo di Roma.
“Come sempre, con tutti gli stati membri siamo pronti a prendere in considerazione nuovi dati che potrebbero cambiare questa analisi, quindi la mia porta rimane aperta”, ha affermato durante la conferenza stampa.
La decisione dell’esecutivo europeo è destinata a infiammare nuovamente i rapporti tra Bruxelles e Roma: a ottobre la Commissione aveva già messo in guardia l’Italia sul suo debito, scatenando anche la reazione di un eurodeputato della Lega, Angelo Ciocca, che a Strasburgo aveva usato una scarpa per calpestare gli appunti del Commissario francese.
Allora come oggi, Ciocca ritiene che quel gesto fosse necessario per mandare un segnale contro quella che definisce l’ottusità di una Commissione che “sta sparando gli ultimi colpi” e che dovrebbe promuovere maggiori investimenti pubblici, invece di imporre austerità.
“Moscovici dovrebbe capire che l’approccio al bullismo non è corretto. Fare del bullismo con i 5 milioni di poveri in Italia non è l’approccio corretto. Dovrebbe entrare in sintonia con questo governo per costruire risposte italiane ed europee che aiuteranno i 5 milioni di poveri e il paese da crescere”.
Per evitare le sanzioni, l’Italia dovrebbe effettuare una manovra correttiva di circa 3-4 miliardi di euro, ma palazzo Chigi deve agire velocemente: i direttori generali dei ministeri delle finanze si riuniranno già martedi prossimo per valutare le raccomandazioni della Commissione, poi il caso Italia verrà discusso all’Eurogruppo convocato per il 13 giugno, per approdare anche sul tavolo dei leader europei nel vertice del 20-21 giugno. La decisione finale verrà presa durante l’Ecofin del 9 luglio.
“All’ interno del Consiglio europeo l’Italia è al momento isolata, spiega l’economista Cinzia Alcidi-. In passato abbiamo visto che gli Stati membri e i governi in generale sono stati riluttanti a punire altri stati membri, ma questa volta le alleanze potrebbero essere più difficili”.
In queste settimane il governo dovrà sedrsi al tavolo e negoziare con gli altri Stati membri, che per bloccare l’avvio della procedura dovrebbero pronunciarsi a maggioranza qualificata inversa. Cosa significa? Che saranno necessari cioè due terzi dei voti ponderati.
Il problema è che anche i simpatizzanti del governo giallo-verde, come il primo ministro ungherese Viktor Orban, si sono sempre espressi a favore del rigore economico ed è molto improbabile che, senza una chiara inversione di marcia da parte di Roma, questa volta vengano fatti degli sconti. (Euronews)
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