05/01/2018 La Rassegna stampa nazionale, Colle no secco ad elezioni ed esteri No secco alla richiesta di Luigi Di Maio di rivotare a giugno. No all’idea del centrodestra di avere l’in carico per un governo, sulla carta, di minoranza. Sergio Mattarella sta costruendo il recinto di questa che, per forza, è la fase finale della crisi. Poi c’è l’incognita Pd e i suoi mille pezzi sparsi. Il presidente della Repubblica non dà molte chance al terzo forno lanciato domenica sera da Matteo Renzi che potrebbe cuocere questo tipo di pizza: un …
05/01/2018 La Rassegna stampa nazionale, Colle no secco ad elezioni ed esteri No secco alla richiesta di Luigi Di Maio di rivotare a giugno. No all’idea del centrodestra di avere l’in carico per un governo, sulla carta, di minoranza. Sergio Mattarella sta costruendo il recinto di questa che, per forza, è la fase finale della crisi. Poi c’è l’incognita Pd e i suoi mille pezzi sparsi. Il presidente della Repubblica non dà molte chance al terzo forno lanciato domenica sera da Matteo Renzi.
Ancora qualche giorno di attesa al Quirinale, dopo il fuoco di fila di avvenimenti e dichiarazioni di ieri e oggi. Le parole di Matteo Renzi, che hanno scatenato la reazione di Luigi Di Maio ma anche di Maurizio Martina e Dario Franceschini. Il risultato del voto in Friuli che ha spinto Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni a chiedere di nuovo al presidente Mattarella un via libera a un governo di minoranza targato centrodestra. Il leader del M5s che ha chiesto che si voti a luglio. Insomma, ce ne sarebbe per mettere in fibrillazione chiunque; ma al Colle si conferma la linea tenuta finora. E’ cioe’ nervi saldi, poche parole (l’ ultima dichiarazione sullo stallo e’ del 13 aprile, al termine del secondo giro di consultazioni) e tanta calma.
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Quindi ora l’ impegno piu’ imminente sono le celebrazioni della Festa del lavoro, domani al Quirinale. Poi Mattarella si prendera’ ancora qualche ora di “silenzio riflessivo”, in attesa che i partiti chiariscano le loro posizioni. Nel Pd, certo, ma non solo; nel centrodestra ad esempio non tutti sono sulle posizioni di Berlusconi e Matteo Salvini non ha ancora risposto all’ appello di Di Maio per elezioni anticipate ne’ a quello dei suoi alleati di coalizione per un governo di minoranza.
Si attendera’ ancora qualche giorno
Dunque si attendera’ ancora qualche giorno, senza variare piu’ di tanto il ritmo che si e’ impresso finora al post-elezioni. Poi molto probabilmente il Capo dello Stato fara’ un richiamo ai partiti, al loro senso di responsabilita’ , e potrebbe anche convocare un terzo e, molto probabilmente, ultimo giro di consultazioni. Se non emergessero novita’ eclatanti, da un ritorno di fiamma tra Salvini e Di Maio a un si’ a un governo di tutti, la strada per trovare una soluzione allo stallo si fara’ stretta.
Di certo Mattarella non accogliera’ la richiesta di votare a luglio
Di certo Mattarella non accogliera’ la richiesta di votare a luglio. Far tornare il Paese alle urne dopo quattro mesi dalle elezioni indette a scadenza naturale sarebbe letto come una debolezza del Paese. E il Capo dello Stato ritiene suo dovere costituzionale fare di tutto per dare un governo al paese. E altrettanto non ritiene praticabile l’ ipotesi di un governo di minoranza, giudicato un salto nel buio di cui il paese non ha bisogno.
Per questo, se le forze politiche non modificheranno di una virgola le loro posizioni di inconciliabilita’ emerse finora, molto probabilmente cerchera’ di far nascere un governo di tregua, che vari almeno la legge finanziaria e magari una riforma del Rosatellum; se il tentativo fallisse (se cioe’ questo governo non ottenesse i voti di fiducia dalle Camere) restera’ comunque in carica per gli affari correnti e si votera’ dopo l’ estate, con tutte le incognite ormai evidenti al Quirinale, che fanno guardare la situazione con animo preoccupato.
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