Il leggendario ospedale Meyer di Firenze salva un bimbo |Video


Il leggendario ospedale Meyer di Firenze salva un bimbo |Video

«Sta bene: ha pienamente superato la fase acuta, gli accertamenti diagnostici mostrano un quadro rassicurante e sta ricominciando anche ad alimentarsi naturalmente. Non solo: ha ricominciato a giocare, e questo, anche per i medici, è una “cartina tornasole” molto importante quando si tratta di valutare lo stato di salute e di ripresa di un bambino».

Sono le parole della dottoressa Manuela L’Erario, responsabile di Anestesia e Rianimazione del Meyer, ospedale fiorentino dove è stato ricoverato il bambino che aveva rischiato di annegare in piscina.

«Quando il bimbo si è lentamente ripreso dal coma farmacologico – spiega la dottoressa – per tutti noi è stato un momento di grande gioia. Abbiamo condiviso con i genitori momenti drammatici ma, insieme a loro, non abbiamo mai perso la speranza. Sentire la mamma dire ‘è tornato il mio bambino di prima‘ ci rasserena ulteriormente».

Ha rischiato di morire per annegamento, è arrivato al Meyer in coma ed è stato salvato dai medici dell’ospedale grazie all’Ecmo, una procedura di respirazione extracorporea che ha consentito ai suoi polmoni di stare a riposo e recuperare la loro funzione. È la storia a lieto fine, comunica Giulia Righi dell’ufficio stampa del leggendario ospedale di Firenze, di un bambino umbro di 2 anni che nelle scorse settimane è arrivato al Meyer di Firenze con l’elisoccorso, in coma, e che nei prossimi giorni invece si prepara a tornare a casa.

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L’Ecmo. Quando è arrivato al Meyer, il bambino è stato immediatamente portato in Rianimazione: fin da subito le sue condizioni sono apparse gravi. In seguito ad un ulteriore peggioramento del quadro respiratorio e nessuna risposta alle terapie massimali, i medici della Rianimazione hanno immediatamente attivato il team di specialisti (rianimatore, chirurgo neonatale, cardiochirurgo e cardiologo) che ha reso possibile l’impianto del trattamento extracorporeo.

Grazie a questa procedura, le funzioni dei polmoni sono state temporaneamente affidate a una macchina esterna che, con una pompa, preleva il sangue dal paziente e lo immette in un polmone artificiale, che, proprio come un polmone vero, ossigena il sangue e ne rimuove l’anidride carbonica. Una volta ossigenato, il sangue viene reimmesso in circolo nell’organismo.

In particolare, al piccolo umbro, è stato praticato l’Ecmo veno-venoso, che, dopo aver prelevato il sangue dal circolo venoso, lo reintroduce “ripulito” nello stesso circolo. Grazie alla professionalità ed una stretta collaborazione dei professionisti coinvolti, dopo circa tre settimane il supporto extracorporeo è stato sospeso e lentamente il piccolo risvegliato dal coma farmacologico e staccato dalla ventilazione meccanica.

Il ritorno a casa

 Il piccolo, staccato dalle macchine, è stato trasferito dalla Rianimazione al reparto di Subintensiva, dove ha appena festeggiato il suo secondo compleanno con i genitori, il fratellino ed il personale medico e infermieristico della Rianimazione. A breve il trasferimento in reparto, propedeutico al ritorno a casa e alla sua vita di sempre.


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