Corte Penale su Netanyahu e Gaza, rassegna stampa 22 11 24
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Titolo: Corte Penale su Netanyahu e Gaza, tensioni globali
Sottotitolo: Accuse di crimini di guerra, reazioni furiose di Israele
La Corte Penale Internazionale ha emesso mandati di arresto per il premier israeliano Benjamin Netanyahu, l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant e il comandante di Hamas Mohammed Deif. Le accuse riguardano presunti crimini contro l’umanità commessi durante il conflitto nella Striscia di Gaza. Secondo l’accusa, gli imputati avrebbero orchestrato azioni che includono il blocco di aiuti umanitari e attacchi deliberati contro civili.
Israele ha risposto con fermezza definendo la decisione della Corte come “antisemita” e “un attacco al diritto di difesa dello Stato”. Il governo, insieme all’opposizione, si è unito nel condannare il tribunale, accusandolo di ignorare il contesto delle operazioni militari. Il portavoce del governo ha sottolineato: “Israele si riserva il diritto di proteggere i propri cittadini da attacchi terroristici”.
Il contesto delle accuse
L’indagine della Corte ha preso in considerazione le operazioni militari condotte da Israele a Gaza, che hanno portato a migliaia di vittime tra i civili palestinesi. Allo stesso tempo, Hamas è stato accusato di aver utilizzato i civili come scudi umani, aggravando la crisi umanitaria.
Reazioni internazionali
Gli Stati Uniti e altri alleati occidentali di Israele, come il Regno Unito e la Francia, hanno espresso il loro sostegno a Tel Aviv. Washington ha dichiarato che la decisione della Corte “complica ulteriormente la ricerca di una soluzione pacifica”. D’altro canto, Russia e Iran hanno accolto favorevolmente l’iniziativa, considerandola una vittoria contro “l’impunità delle potenze occidentali”.
Geopolitica e conflitti paralleli
La crisi israelo-palestinese si intreccia con il conflitto in Ucraina, dove la Russia ha intensificato le sue operazioni militari. Recentemente, il presidente Vladimir Putin ha utilizzato missili balistici a lungo raggio, pur senza testate nucleari, alzando il livello di tensione internazionale. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato: “Il mondo non può restare a guardare. Il conflitto è globale”.
Impatti sull’Unione Europea
In Europa, il dibattito si sposta sulle implicazioni politiche della guerra e sui nuovi equilibri interni. La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen sta affrontando critiche per le sue posizioni sulla crisi mediorientale. Intanto, i leader europei, tra cui il presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni, cercano di gestire le tensioni interne e la pressione internazionale.
I numeri della crisi
- Morti palestinesi dall’inizio del conflitto: oltre 44.000.
- Raid aerei israeliani nelle ultime settimane: più di 500.
- Civili uccisi in Ucraina dall’inizio della guerra: circa 9.000, secondo fonti ONU.
Calendarietto degli eventi principali:
- L’Aia, oggi, 15:00: conferenza della Corte Penale Internazionale.
- Tel Aviv, domani, 10:00: dichiarazione ufficiale del governo israeliano.
- Bruxelles, venerdì, 16:00: summit straordinario dell’Unione Europea.
Le tensioni restano altissime, con il rischio di una escalation sia in Medio Oriente che in Europa orientale. La comunità internazionale si trova di fronte a sfide senza precedenti.
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