Conclusione ricostruzione terremoto Umbria 1997, assemblea approva PERUGIA – L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato con 14 voti favorevoli (Pd, SeR e Ricci-Rp) e 6 astenuti (FI, M5S, Ln, De Vincenzi-Rp) il disegno di legge della Giunta relativo alle “Norme per la conclusione della ricostruzione delle aree colpite dal sisma del 1997 e precedenti” che ha come finalità di portare a conclusione e ottimizzare le procedure per arrivare ad una “sostanziale chiusura” della ricostruzione, sia privata che pubblica (vedi scheda).
L’Aula ha approvato all’unanimità tre Ordini del giorno a firma Brega (Pd) e Liberati (M5S), già approvati dalla Seconda commissione. Il primo prevede di riparametrare il contributo per i nuovi edifici legandolo al più recente preziario regionale e non a quello del 2001; il secondo impegna la Giunta ad intervenire presso il Governo nazionale per il riconoscimento degli stessi requisiti previsti per l’Aquila, contenuti nel decreto legge concernente gli eventi sismici del 2016. Il terzo impegna la Giunta ad attivarsi per rifondere coloro i quali dopo il sisma del 1997/98 hanno eseguito lavori di riparazione, miglioramento e adeguamento sismico e non hanno ricevuto contributi pubblici ne sgravi fiscali.
L’Aula ha anche approvato con i voti dei consiglieri Pd, SeR e di Ricci (Rp) alcuni Emendamenti a firma Brega e Chiacchieroni (Pd). Tra questi uno sul funzionamento dei consorzi obbligatori relativo alla rendicontazione finale e a quella delle spese di gestione del consorzio; uno relativo al contributo per il funzionamento dei consorzi obbligatori; alla proroga dei termini per i Comuni colpiti dalla crisi sismica iniziata il 24 agosto 2016 rispetto al completamento di procedure normative; ai casi in cui l’impresa esecutrice di lavori si trovi in procedura fallimentare. L’Aula ha invece bocciato gli emendamenti presentati da Fiorini e Mancini (Ln).
Il primo con 5 voti favorevoli (M5S, Ricci-Rp, Ln), 2 astenuti (FI, De Vincenzi-Rp) e 12 contrari (Pd e SeR) riguardava la destinazione delle strutture abitative d’emergenza e obbligava iCcomuni a provvedere alla loro manutenzione e a destinarli a strutture di ricovero in caso di calamità naturali o per cittadini italiani per ragioni umanitarie. Il secondo emendamento è stato respinto con 5 voti favorevoli (M5S, De Vincenzi-Rp, Ln), 3 astenuti (FI, Ricci-Rp, Chiacchieroni-Pd) e 12 contrari (Pd e SeR) riguardava l’istituzione del fascicolo di fabbricato e la sua obbligatorietà per gli immobili di proprietà delle amministrazioni pubbliche. Da parte di diversi intervenuti (presidente Marini, Rometti-SeR) è stata rilevata l’inammissibilità della norma per incompetenza legislativa della Regione e per incoerenza rispetto al testo di legge in discussione. Liberati (M5S) si è invece espresso a favore dell’emendamento. Ribadita da Mancini (Ln) la necessità di avviare quanto prima una discussione nel merito del fascicolo di fabbricato considerato uno strumento decisivo per la sicurezza degli edifici e l’incolumità delle persone.
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