Claudio Borghi (Lega): Flat tax necessaria per semplificare 

Claudio Borghi (Lega): Flat tax necessaria per semplificare 

Flat tax e Riforma fiscale 2017, sono due dei temi di cui parla Claudio Borghi Aquilini, economista e consulente della Lega Nord in una recente intervista. Tra i principali esponenti della Lega capeggiata da Matteo Salvini, Claudio Borghi illustra uno dei tempi più attuali e dibattuti in ambito fiscale: l’elevata tassazione sui redditi dei lavoratori dipendenti e degli imprenditori, con una pressione fiscale tra le più alte d’Europa.

La flat tax al 15% è uno dei temi al centro dell’agenda politica della Lega Nord e Claudio Borghi, nell’intervista rilasciata ad Informazione Fiscale sottolinea inoltre la necessità del passaggio ad una tassazione unicamente sui redditi: una prospettiva che potrebbe fornire benefici sia nei confronti dei privati cittadini, sia per le imprese e liberi professionisti. Nodo centrale della proposta di Claudio Borghi è la riaffermazione della sovranità monetaria italiana.

Si riportano di seguito alcuni dei passaggi più importanti dell’intervistarilasciata da Claudio Borghi Aquilini che racchiudono bene le proposte e le idee della Lega Nord in ambito fiscale.

Partiamo da uno dei cavalli di battagli della Lega: la Flat Tax. È applicabile anche in Italia e come funzionerebbe?

Sì, sicuramente perché trova la sua migliore espressione in uno Stato dove c’è un alto tasso di evasione. La gente si fissa troppo sul livello dell’aliquota senza considerare quello che è l’impatto più importante della Flat Tax, vale a dire l’aspetto psicologico per il recupero dell’evasione.

In tutti i casi sperimentati nel mondo (e sono ormai tanti), l’applicazione della Flat Tax comporta sempre un aumento della tax compliance. In poche parole, se il cittadino, invece di un sistema astruso, incomprensibile, demandato a intermediari, capisce che gli viene richiesta un’aliquota giusta, bassa e sui suoi redditi è molto più propenso alla fedeltà fiscale.

I critici della Flat Tax sostengono che è incostituzionale perché non rispetta il principio della progressività delle imposte. Lei cosa risponde?

Proprio per rendere la Flat Tax progressiva è prevista una deduzione fissa su base familiare. All’atto pratico il sistema funzionerebbe così: ogni nucleo familiare ha diritto ad una deduzione fissa per componente di 3.000 euro. Sulla somma restante si paga il 15% di tasse.

Quali sono le altre proposte fiscali della Lega?

Innanzi tutto dovrebbe passare il principio che si tassa solo il reddito. In questo momento buona parte delle nostre imprese, degli studi professionali, della imprese individuali muoiono perché vengono tassati anche se non hanno utili. Si pensi ad adempimenti, studi di settore, anticipi IVA, acconti che devono essere fatti da aziende che magari chiudono l’esercizio magari senza profitto.

Tutto dovrebbe essere riportato allo schema più semplice di ‘ricavi – costi = utile’; su questo utile, se c’è, si applica la Falt Tax. Questa impostazione renderebbe irrilevante il concetto di stagionalità dell’esercizio fiscale.

Si capisce invece che il sistema fiscale in questo momento è fatto per fare cassa e non per venire incontro ad esigenze di logica e di equità. Infatti il discorso che facciamo sulla sovranità monetaria è utile per affrancare lo Stato da questo bisogno spasmodico di fare cassa sulla pelle dei cittadini.

Passiamo alla riforma fiscale recentemente varata dal Governo Gentiloni, il D.l. 50/2017. Il decreto prevede l’aumento delle aliquote Iva dal 1° gennaio 2018. Cosa ne pensa e quali sarebbero gli effetti sull’economia?

Quello che tanta gente non capisce è che l’aumento dell’IVA è già nelle cose. L’aumento dell’IVA c’è già ma che si capisce è che è una follia perché ha effetti recessivi evidenti.

Non è pensabile che prendere più denaro in una fase di stagnazione o recessione possa portare sviluppo. L’esempio lo abbiamo avuto in passato: la recessione portata dalle tasse è stata superiore all’incasso con conseguente diminuzione del gettito. Diventa un esercizio, mi verrebbe da dire, sadico.

Dove bisogna prendere, secondo lei, i soldi per scongiurare l’aumento dell’IVA?

Io sinceramente propongo di guardare agli effetti. Se taglio l’IVA invece di alzarla è probabile che l’aumento dell’attività economica derivante dal maggior denaro che rimane in circolo mi porti ad una crescita superiore rispetto alla partenza.

Teniamo presente una cosa: il limite di questa politica espansiva risiede sempre nella nostra fissità del cambio, perché se dovessi mettere in circolazione molto denaro questo si riverserebbe nell’acquisto di beni di importazione. Così facendo si porterebbe in deficit la bilancia commerciale. Perciò tutte le politiche fortemente espansive possono essere fatte solo al di fuori del sistema dei cambi fissi che si chiama euro. [Money.it]

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