Catiuscia Marini prende coraggio a due mani e fa conferenza stampa su elezioni 2018
PERUGIA – “Ricostruzione, partecipazione ed apertura, uno degli elementi che ci hanno distanziato nel rapporto con i cittadini”. Questa, in sintesi, la ricetta per ripartire dalla sconfitta presentata dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, che in conferenza stampa ha commentato il risultato elettorale di domenica.
“Questo non è il momento né dei capri espiatori né della resa dei conti, ma dobbiamo avere l’umiltà di capire gli errori. La sconfitta – ha sottolineato Marini – ci impegna a ripartire prima di tutto dal Pd che starà dove i cittadini lo hanno collocato, cioè all’opposizione. Da questo ruolo deve ripartire per ricostruire il suo campo”.
La presidente della Regione ha quindi ringraziato il segretario regionale del partito Giacomo Leonelli “che si è dimesso”. Il partito, ha aggiunto, “avrà una reggenza, discuteremo di questo mercoledì alla direzione regionale e poi seguiremo i percorsi previsti anche dalla direzione nazionale.
La sfida, ha puntualizzato Marini nel corso della conferenza stampa, non e’ pero’ solo del Pd: “Riguarda tutto il campo riformista, tutti siamo chiamati a un senso responsabilità , compresi gli esponenti del partito socialista, che sono nelle istituzioni e sono parte integrante della nostra maggioranza”.
Analizzando il voto regionale, ha poi affermato che “le specificità umbre sono da studiare meglio: ci saremmo aspettati un risultato pessimo a Terni, dove invece in Pd e’ nella media regionale, mentre in città molto ben amministrate dal centrosinistra la Lega arriva quasi a scavalcare il Pd”.
“Ma ritengo – ha aggiunto – che la responsabilità sia anche collegiale, di tutti noi. Il Pd nasce per essere aperto, inclusivo e per stare in un campo riformista”. In linea con la segreteria del partito, ha affermato che “i cittadini che hanno scelto M5s e Lega hanno scelto una proposta alternativa a quella del Pd e peraltro hanno espresso un giudizio molto netto sul Pd e sul nostro governo. La prima mossa a questo punto spetta ai vincitori, Lega e M5s, che credo sapranno prospettare una soluzione per il governo del Paese”.
Marini ha, rispondendo ai giornalisti, ha indirizzato anche le sue risposte verso quello che potrebbe essere un “rimpasto” di Giunta. Anche se non ama sentirlo chiamare così, è consapevole del fatto che in esecutivo ha Giuseppe Chianella e in consiglio Silvano Rometti, due elementi di punta del Psi regionale che, lo ricordiamo, non è stato chiamato con nessuno dei suoi rappresentanti nella rosa dei candidati da eleggere alle politiche. Per il momento, comunque, non si parla di ‘ rimpasto’ della giunta: “Non credo sia la risposta e non e’ un tema all’ordine del giorno”.
“Se ci sono due parole che io voglio sottolineare per il partito democratico, una è ricostruzione e l’altra è partecipazione ed apertura che forse sono stati degli elementi che ci hanno distanziato in questi anni anche nel rapporto con i cittadini”. Catiuscia Marini ha analizzato il risultato passando anche per i numeri per poi guardare con assetto critico il suo partito.
“Il Pd – ha detto – nasce per essere aperto, inclusivo e per stare in un campo riformatore. E questo lo voglio dire anche nel dialogo con altri soggetti politici che compongono idealmente una coalizione di centro sinistra ma non limitandoci a questa interlocuzione perché il tema che questo voto ci sottopone è molto più ampio di quello delle coalizioni e anche della relazione con i cittadini e con la società civile”.
Ora il pensiero della Presidente va all’azione di governo della Regione e alle prossime amministrative, che si terranno presumibilmente a maggio. “Andremo al voto in otto città , convinti che i cittadini sono degli elettori adulti e che il comportamento elettorale oggi e’ molto mobile – ha dichiarato – abbiamo la necessita’ di aggiornare l’ agenda delle priorità politiche e programmatiche di governo della nostra Regione. Abbiamo grandi responsabilità sul tema del terremoto e delle vertenze aperte. Non esistono tabù ne’ dal punto di vista del programma, ne’ sugli assetti istituzionali, che saranno più coerenti possibile con la necessita’ di innovazione che viene dal voto”.
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