Associazione Luca Coscioni diffida le ASL per le carceri italiane

Richiesti sopralluoghi e controlli nelle strutture penitenziarie

Associazione Luca Coscioni diffida le ASL per le carceri italiane

L’Associazione Luca Coscioni ha inviato formali diffide a 102 aziende sanitarie locali (ASL), tra cui quelle umbre, per richiedere sopralluoghi nelle strutture carcerarie di loro competenza. L’obiettivo è valutare le condizioni igieniche e il funzionamento dei servizi sociosanitari, intervenendo in caso di carenze. Questa iniziativa segue l’approvazione del decreto carceri del ministro della Giustizia Carlo Nordio e denuncia la mancanza di interventi per garantire il diritto alla salute dei detenuti nei 189 istituti di pena italiani.

Le carceri italiane ospitano oltre 61.000 detenuti, spesso in condizioni di sovraffollamento e con carenze croniche nei servizi e nelle strutture. Questa situazione ha contribuito alle recenti rivolte e ai 67 suicidi registrati dietro le sbarre. Un quarto dei detenuti soffre di problemi psichici, mentre il 29% ha problemi di droga.

Secondo i dati del monitoraggio della Procura generale, in Umbria ci sono 467 detenuti con problemi di droga, rappresentando circa il 29% del totale, in linea con il dato nazionale. Inoltre, un quarto della popolazione penitenziaria regionale, che attualmente supera le 1.600 presenze, soffre di patologie psichiche.

Il protocollo siglato dieci giorni fa tra i vertici della giustizia e della sanità regionale prevede misure di comunità per i detenuti bisognosi di trattamenti sanitari e di recupero, che potrebbero ridurre il sovraffollamento e le criticità del carcere. Il procuratore generale Sergio Sottani ha avviato un monitoraggio negli istituti umbri per garantire ai detenuti bisognosi di assistenza speciale un’alternativa alla cella.

La situazione al 31 luglio evidenzia la necessità di agire. Tuttavia, c’è il rischio che l’accordo tra giustizia e sanità rimanga lettera morta senza l’impegno concreto di tutti i firmatari. Il procuratore generale ha censito 29 strutture idonee a ospitare i detenuti individuati dal protocollo, di cui 15 classificate come comunità terapeutiche per soggetti psichiatrici o a doppia diagnosi. Si attende ancora la realizzazione di una REMS (Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza) in Umbria, che altrove ha sostituito gli ex ospedali psichiatrici giudiziari.

L’Associazione Luca Coscioni continua a monitorare la situazione e a sollecitare interventi concreti per garantire il diritto alla salute dei detenuti, auspicando che le ASL rispondano prontamente alle diffide e procedano con i necessari sopralluoghi e controlli nelle carceri italiane.

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