Le priorità della Cgil di Terni per il prossimo anno
da Alessandro Laureti
TERNI – Nella Provincia di Terni sono circa 82mila gli occupati mentre i pensionati si attestano intorno alle 60mila unità. Tra i dati forniti dalla Cgil ternana emerge il calo delle assunzioni a tempo indeterminato in Umbria nel 2016 (10.111 contro le 17.689 del 2015) a fronte dell’incremento di quelle a termine (37.949 contro le 34.749 dello scorso anno). A fare il punto sullo stato di salute del mondo del lavoro in provincia è stato il segretario generale del sindacato Attilio Romanelli.
Occupazione femminile, sicurezza sul lavoro, contrasto alla povertà crescente: sono queste le tre grandi emergenze che la Cgil di Terni mette in cima all’agenda per il 2017. Un anno che potrebbe presentare elementi di discontinuità rispetto alla lunga crisi che ha messo in ginocchio il territorio, a patto però che l’importante strumento dell’area di crisi complessa – per il quale la Cgil si è battuta inizialmente in grande solitudine – sia utilizzato per un reale rilancio dei settori strategici dell’economia ternana. A fare il punto, nella consueta conferenza stampa di fine anno, questa mattina presso la Camera del Lavoro provinciale, è stato il segretario generale della Cgil di Terni, Attilio Romanelli, affiancato dal responsabile dell’organizzazione Mauro Bottinelli.
Romanelli è partito dal dato sugli infortuni sul lavoro, che sono in aumento nella provincia (1892 nei primi 10 mesi dell’anno, contro i 1761 dello stesso periodo del 2015), per sottolineare “l’imbarazzo” provato di fronte alla sottoscrizione di un protocollo in materia di sicurezza sul lavoro che non ha visto il coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori, “gli unici davvero in grado di individuare le criticità esistenti nei luoghi di lavoro e di suggerire interventi adeguati”.
Poi il segretario si è soffermato sulla grave situazione sociale nel territorio, con un numero sempre più consistente di anziani con pensioni minime, e quindi sotto la soglia di povertà. “Per questo – ha detto – la Cgil ha suggerito di sfruttare le risorse disponibili per la periferie urbane a vantaggio delle categorie più disagiate, tra cui appunto le persone anziane sole, per scongiurare il rischio di isolamento che spesso porta alla disperazione”.
Altro nodo cruciale secondo la Cgil è quello dell’occupazione femminile, particolarmente penalizzata da crisi di settore (ad esempio il tessile orvietano), ma anche dalle recenti inchieste giudiziarie che hanno scosso il settore della cooperazione sociale. Rispetto a queste ultime, il segretario Romanelli ha voluto ribadire che lavoratrici e lavoratori non possono essere “gettati nel tritacarne” perché non hanno responsabilità e, anzi, “svolgono attività essenziali per le fasce più deboli della popolazione, con contratti nazionali che, seppure rispettati, prevedono stipendi assolutamente inadeguati rispetto all’importanza del servizio svolto”.
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