Terremoto, arcivescovo Boccardo, garantire a Tesei autonomia e indipendenza
Alle 7.41 di mercoledì 30 ottobre 2019 gli abitanti di Norcia, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra mons. Renato Boccardo, il sindaco Nicola Alemanno, la neo presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, la sovrintendente all’Archeologia, alle Belle Arti e al Paesaggio dell’Umbria Marica Mercalli, i parroci della città don Marco Rufini e don Davide Tononi, i Monaci benedettini col priore padre Benedetto Nivakoff, le autorità civili e militari si sono ritrovati intorno alla statua di S. Benedetto, nella centralissima piazza nursina, per partecipare al momento di preghiera in occasione del terzo anniversario degli eventi sismici del 26 e 30 ottobre 2016 che hanno ferito la Valnerina. Tutti insieme hanno chiesto a Dio Creatore e Padre di soccorrere questa gente che porta “le ferite dei cataclismi che scuotono la profondità della terra e di vegliare sulle famiglie del territorio e sul lavoro”.
Le parole di mons. Boccardo. Nel commentare i numeri 85-86 dell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium di papa Francesco, l’Arcivescovo ha detto che «l’anniversario del terremoto richiama alla memoria e certamente al cuore ricordi, speranze, delusioni, fatiche. Lo sappiamo e lo abbiamo ripetuto tante volte. Ricordare però solo questi aspetti, pur presenti e particolarmente vivi, può significare un rinchiuderci su noi stessi, un continuare a piangerci addosso». E qui l’esortazione del Presule: «Dobbiamo invece guardare avanti e non farci prendere dal senso di sconfitta, che papa Francesco definisce “una delle tentazioni più serie che soffocano il fervore e l’audacia”. Per questo è importante non perdere la prospettiva e mantenere viva quella tenacia che è il grande patrimonio delle popolazioni di queste montagne, che ha segnato la storia ed è stato capace di generare continuamente lo stare insieme, il costruire la società e i monumenti in essa contenuti». Ancora mons. Boccardo: «Fa male al cuore vedere Norcia, e gli altri paesi di queste vallate, quasi deserta. Quando si passa in questo bel viale (Corso Sertorio, ndr) c’è poca gente. I segni dello scoraggiamento ci sono. Però bisogna reagire e guardare avanti. Questa situazione pesante non può rimanere sterile. È, infatti, nel tempo della prova che riscopriamo l’essenzialità, la bellezza, l’umanità. I nostri monumenti feriti sono l’espressione di una comunità e ci ricordano anche il bisogno di verità che abita la nostra società. Siamo eredi di tutto questo: dobbiamo custodirlo con forza per trasmetterlo a chi verrà dopo di noi. Ognuno quindi – ha concluso mons. Boccardo – faccia la sua parte, secondo le proprie responsabilità e competenze. Ma vi esorto: non lasciamoci rubare la speranza».
Per le neo presidente della Regione Donatella Tesei la presenza a Norcia è stata la prima uscita ufficiale dopo l’elezione di domenica 27 ottobre: «È per me molto significativo – ha detto – che ciò sia avvenuto nella Diocesi in cui vivo (è di Montefalco, territorio che ricade nella Chiesa di Spoleto-Norcia, ndr). È una giornata particolare e non potevo mancare proprio a questo momento di raccoglimento e di preghiera per ricordare i tre anni dal sisma che ha colpito la nostra regione, Norcia e tutta la Valnerina. La speranza è che il prossimo anno possiamo sì fare memoria, ma magari con qualche situazione già risolta».
Progetto di rinascita per la chiesa della Madonna di Cascia. Poi, nel centro di valorizzazione dietro la Castellina c’è stata la presentazione di un progetto di rinascita della chiesa della Madonna di Cascia, distrutta dal sisma, situata sull’antica strada che collega Norcia con la terra di Santa Rita. Il nome chiesa della Madonna di Cascia è dovuto ad una solenne pace stipulata tra Norcia e Cascia nel 1477 per suggellare la quale fu deciso da ambo i Comuni di erigere a proprie spese due chiese. I casciani fecero edificare quella che chiamarono Santa Maria di Norcia (ora detta della Concezione), mentre i nursini questa, ancora chiamata appunto Madonna di Cascia, entrambe collocate non a caso del vecchio sentiero che collegava i due paesi. Si tratta di un progetto dal forte valore culturale, che abbraccia la dimensione della ricerca e dello studio, elementi che devono rinascere al pari delle case e dei monumenti. A coordinarlo è l’Università degli Studi di Perugia col prof. Paolo Berardi del Dipartimento di Ingegneria civile ed ambientale. Il progetto prevede il riutilizzo delle macerie della chiesa della Madonna di Cascia per crearne una sorta di monumento della memoria, un segno che dica alle generazioni future che nel 2016 c’è stato un forte terremoto e che l’identità di una comunità può ri-nascere anche dalle macerie. In pratica: verrà ricostruito l’involucro della chiesa con carpenteria lignea, che verrà poi rivestita con le macerie del vecchio edificio di culto. Per questo progetto non verranno utilizzati soldi pubblici, ma denaro proveniente da campagne di Crowdfunding (microfinanziamento dal basso che mobilita persone e risorse). L’arcivescovo Boccardo ha così commentato: «Abbiamo bisogno anche di cose belle. Questo progetto ci dice che le pietre parlano, sono vive, portano un messaggio di riconciliazione, di pace e di unità. Sarà un monumento che racconterà una storia a chi verrà dopo di noi».
Visita del Ministro Franceschini e il “sogno” di Vescovo e Sindaco. Alla 9.45 è giunto a Norcia il ministro per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo Dario Franceschini: accompagnato dalle autorità, dai progettisti e dalle maestranze ha visitato i cantieri della Basilica di S. Benedetto, scendendo anche nella cripta, e della Concattedrale di Santa Maria liberata dalle macerie in questo ultimo periodo e che ora dovrebbe essere dotata di una copertura. Al Ministro l’arcivescovo Boccardo e il sindaco Alemanno hanno accennato un piccolo “sogno”: poter celebrare la Messa di Natale tra ciò che resta di questa chiesa. Infine, il Ministro si è recato in visita alla chiesa di S. Salvatore a Campi di Norcia e poi all’Abbazia di S. Eutizio in Preci, dove è stato accolto dal parroco don Luciano Avenati e dal sindaco Massimo Messi.
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