Straripamento Fiume Nera il video, Liberati M5s, mancata allerta
TERNI – “Alle 13.10 di sabato 16 dicembre, mentre da ore era tracimato il fiume Nera da Borgo Cerreto sino ad alcune frazioni di Terni, con animali e cose da mettere in salvo, mentre le coltivazioni erano allagate, il sito della Regione Umbria continuava a non evidenziare alcunché, parlando solo di ‘criticità ordinarie’, essendo le informazioni ferme ancora venerdì 15, senza il minimo aggiornamento, né distinzioni tra le diverse zone dell’intera Umbria”. Lo denuncia il consigliere regionale Andrea Liberati (M5S) chiedendo “dove erano e cosa facevano gli Uffici regionali preposti al Rischio idraulico, nonché la bellezza di 36 sorveglianti e ufficiali idraulici?
Chi controlla gli alvei nel corso dell’anno?”. Secondo il consigliere di opposizione “lo straripamento del fiume Nera ha messo in luce ulteriori effetti perversi della privatizzazione di asset preziosissimi, come il grande idroelettrico nazionale. Come mai non c’è stata alcuna allerta, quando le prime comunicazioni interne tra concessionario locale ERG e Istituzioni sarebbero partite la sera precedente l’alluvione?”
Liberati sottolinea che “la presidente della Giunta regionale, Catiuscia Marini, pur avendo la delega alla Protezione Civile, non ha detto una parola. Purtroppo la privatizzazione delle acque a fini energetici intensivi ha finito non solo per impoverire Stato e territori sul piano economico, ma anche sotto il profilo culturale, azzerandone la cultura del rischio, portando infine a delegare altrove la tempestività dei controlli, con una situazione di autentico pericolo lungo tutto il bacino idrografico, dalle aree di montagna fino a Nera Montoro e San Liberato di Narni”. Per il consigliere M5S “adesso urge che la Regione riprenda in mano l’analisi real time delle portate dei fiumi, approntando un sistema di allarme che sia affidabile in ogni condizione ambientale, assicurando davvero la pubblica incolumità.
E’ venuto altresì il momento di procedere ad approfondite verifiche sul Canale Medio-Nera, dei cui ponti che tagliano la Valnerina non si capisce il limite di resistenza strutturale, essendo stati edificati col calcestruzzo del 1930, oltre a manutenzioni avvenute nel 1990”. Andrea Liberati ritiene necessario che “gli abitanti della Valnerina sappiano che nel Canale, fatto di gallerie e ponti, scorrono qualcosa come circa 20 mc/sec di acqua: ad oggi, qualsiasi collasso diretto o indotto del sistema-Canale non sarebbe preceduto da alcuna allerta e l’acqua travolgerebbe violentemente persone e cose, prevedibilmente con numerose vittime.
Pur vivendo almeno 150mila persone lungo il bacino idrografico di nostro interesse, fino a Terni e Narni, nessuno sa nulla. Non basta lo stato di calamità naturale, che pure va dichiarato, perché qui sono necessari e urgenti interventi straordinari per mettere subito al riparo tanti cittadini da un potenziale disastro, interventi – conclude – che devono ovviamente essere a carico del concessionario idroelettrico, fruitore di un lucro annuale enorme eppure privo di tangibili contropartite in favore delle comunità, salvo consuete sponsorship di breve momento”.
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