Si aprono le porte di SanFra. Presentazione Stagione Mea Concerti
Già anticipata dagli spettacoli Giulio Scarpati, Lucio Perotti e Agnieszka Grochala con l’omaggio alla Divina Maria Callas, Cristiano Godano e Alessandro Asso Stefana con un atto d’amore in musica per Neil Young, è finalmente pronta a partire Sanfra, la stagione in scena nel suggestivo auditorium San Francesco al Prato di Perugia, recentemente riaperto al pubblico, promossa da Mea Concerti in collaborazione con il Comune di Perugia e il sostegno Sviluppumbria, nonché di sponsor di rilievo quali, tra gli altri, Diva International, Liomatic, Connesi, Acacia Group e Regusto, che partecipa con la fornitura di 10mila impact token (20mila pasti e 10 ton di CO2 evitata) come base di partenza per la stagione 2024 in qualità di sustainability partner dell’auditorium. Coinvolto anche il gruppo Hera con il quale è in work in progress un progetto che si concretizzerà durante il 2024. Rinnovato poi il sodalizio tra Mea Concerti e Fattoria Creativa che firma la brand identity dell’auditorium e del cartellone Sanfra.
Diversi gli appuntamenti e i generi che andranno a contaminare il cartellone. Tra gli altri, si spazierà nella stand-up comedy con eventi promossi in sinergia con altre realtà del territorio – tra le altre Jazz Around, il festival Encuentro e il festival Tanganica – nella musica con concerti nei quali si inserisce anche una line up tutta al femminile Artemisia – donne di scena, progetto realizzato grazie al sostegno di Diva International – che si ispira alla figura della talentuosa pittrice Artemisia Gentileschi che nel 1600 con grande coraggio ribaltò il ruolo subalterno della donna non solo con la sua arte innovatrice per l’epoca, ma anche per aver avuto il coraggio di denunciare la violenza subita dal collega Agostino Tassi e di portarlo a processo, uno dei primi nella storia – e un insieme di spettacoli di noti youtuber – tra i più seguiti nel web – che, attraverso l’arte teatrale del monologo, toccheranno i temi della scienza, della filosofia, della storia nonché dell’ecologia, promosso grazie ai fondi del bando Sostegno spettacoli dal vivo anno 2023 “Pr Fesr 2021 – 2027. Az. 1.3.4. – Sostegno alle imprese turistiche, di servizi per il turismo, cinematografiche, audiovisive, culturali e creative e sociali” gestito da Svillupumbria, Digital Primitives
La stagione è stata presentata giovedì 15 febbraio nella sala Rossa di palazzo dei Priori alla presenza di Michela Sciurpa (amministratore unico Sviluppumbria), Leonardo Varasano (assessore alla Cultura Comune di Perugia), Lucia Fiumi e Gianluca Liberali di Mea Concerti. In sala a portare i propri saluti anche il sindaco Andrea Romizi e l’assessore Margherita Scoccia.
Gli interventi
«Con l’avvio di questa nuova stagione – ha sottolineato Michela Sciurpa – si aprono più opportunità non solo per la città di Perugia, ma per l’Umbria, sotto diversi punti di vista: si avrà una più ampia offerta culturale di qualità, sarà un’occasione di maggiore fruibilità del patrimonio architettonico, un motivo in più per poter godere di questo meraviglioso gioiello di Perugia che è l’Auditorium di San Francesco al Prato. Ma, soprattutto, possiamo toccare con mano l’impegno della nostra Amministrazione regionale nel voler essere al fianco delle nostre realtà. L’obiettivo del bando, infatti, è finalizzato a sostenere il settore dello spettacolo dal vivo, in un’ottica di riavvio e rilancio della filiera culturale dell’Umbria e con il fine di incentivare la creazione di nuove produzioni, in un’ottica cross-settoriale e multicanale, favorendo la collaborazione tra filiere e istituzioni culturali. Sostenendo il progetto Sanfra, si dà un supporto concreto ad un evento volano di promozione culturale, turistica ed economica».
L’assessore Leonardo Varasano ha parlato di momento straordinario, frutto di un lungo percorso che ha consentito, alla fine, alla città di riappropriarsi di un bene meraviglioso: «Oggi infatti presentiamo la ricchezza ed il pieno del bello». In particolare l’assessore ha voluto rimarcare il fatto che dietro alla riapertura di un complesso della portata di San Francesco al Prato c’è stato un lavoro enorme, soprattutto da parte degli uffici comunali, di una complessità mai sperimentata prima. «Mi preme sottolineare che per parlare di vero recupero non basta avere una struttura bella ma vuota, perché è necessario renderla anche vitale; ebbene oggi siamo in grado, grazie al lavoro del gestore, del Comune di Perugia, alla collaborazione di Sviluppumbria e di altri partners, di portare a termine un percorso di vitalità e ricchezza, espresso all’interno di questo primo e ricco programma di eventi che andiamo a presentare, un programma concreto e tangibile, frutto di un’attenta sperimentazione». Varasano ha evidenziato poi che San Francesco al Prato per la sua natura potrà essere sede di iniziative variegate: musica, intrattenimento, spettacoli, oltre ad essere un’imperdibile area museale.
Gianluca Liberali ha ringraziato tutti le realtà associative e le Istituzioni «che hanno avuto il coraggio di condividere con noi questo che rappresenta l’esperimento più entusiasmante che abbiamo mai intrapreso». «Abbiamo avuto risposte importanti finora – ha aggiunto – e il pubblico ha finalmente iniziato a vivere lo spazio. Da parte nostra lo abbiamo coccolato per alcune settimane con tappe di avvicinamento, proteggendolo, e l’approccio di tutti verso Sanfra è di grande amore. Ora è arrivato il momento di presentarlo ufficialmente».
A fare eco nei ringraziamenti è stata Lucia Fiumi che, con parole toccanti, ha emozionato tutti ricordando Sergio Piazzoli a dieci anni dalla sua scomparsa: «Per noi San Francesco al prato assume un significato particolare, essendo un luogo tanto amato da Sergio, nonché palcoscenico di alcuni eventi di prestigio da lui organizzati».
Uno sguardo al programma
Il 24 febbraio c’è Marco Castoldi in arte Morgan. Artista eclettico e poliedrico, la sua produzione abbraccia molti ambiti musicali: canzoni, colonne sonore cinematografiche e teatrali, regia di un’opera lirica, il suo lavoro inoltre concede molto spazio alla ricerca, dalla musica classica alla sintesi vocale. E anche il suo concerto da(l) vivo, dai grandi cantautori italiani, alla musica classica, ai brani di sua composizione è un’esperienza di scoperta e di ritrovamento che attraversa la musica, la letteratura, l’arte nella sua accezione più ampia.
Il 7 marzo “Fuoco nero su fuoco bianco” di e con Roberto Mercadini. «Racconto tentacolare dalla Bibbia ebraica – le parole dell’artista – Nella Bibbia Ebraica c’è l’umorismo ebraico. Se l’affermazione precedente vi ha sorpreso, forse non avete mai letto per intero l’esilarante storia del duello fra Davide e Golia, non sapete perché Isacco si chiama così, né quale feroce satira antimonarchica si celi dietro il nome “Saul”. La tradizione ebraica descrive la Bibbia come fuoco nero su fuoco bianco». Se l’affermazione precedente vi ha sorpreso, forse non sapete di quale incandescenza rifulgano le visioni di Isaia, il grido di Kohélet e molte altre cose».
Mercadini ha tracciato «un monologo, un viaggio fra gli infiniti possibili dentro la Bibbia. Il libro di Giona è la rotta seguita in questa navigazione attraverso il tempestoso mare della sapienza ebraica. Ad ogni capitolo si tocca un porto e si spalanca un mondo. Così: 1) Nel mare (elogio dell’inettitudine) 2) Un pesce grande (la poesia) 3) Ninive è rivoltata (i profeti) 4) È bene infuocarsi (dialoghi indomabili)».
Il 13 marzo “Grande figlio di p*****a” di e con Eleazaro Rossi. Terzo spettacolo di Rossi e quello che lo proietta nel gotha della drammaturgia, alla sinistra di Carmelo Bene e alla destra – ma leggermente spostato in diagonale di un paio di centimetri – di Gian Maria Volonté. Un trattato di umanità e umorismo – mai volgare – che procede fermo e sicuro nel solco tracciato dal principe della risata: Totò. Spettacolo in costume – l’artista è travestito da se stesso – e completamente privo di fumi e raggi laser, fatta eccezione per quelli procurati all’interno degli spettatori tramite il soffocamento indotto dall’atarassia. Tra i temi che non verranno assolutamente trattati durante la rappresentazione: la probabile acquisizione da parte della multinazionale John Deere dell’italiana Carraro Group, l’utilizzo di liquidi ad altissima pressione nel taglio dei metalli, la precoce dipartita di Michela Murgia. (In collaborazione con il festival Tanganica)
Il 19 marzo alle 21 sarà la volta di “Quello che ho capito di De André” con Federico Dragogna, penna e chitarra dei Ministri e penna, chitarra e voce di sé stesso, in mezzo alla sua attività di concerti e scrittura, si è ritagliato il tempo per la costruzione di uno spettacolo che, come afferma lo stesso Dragogna, non è un concerto «anche se della musica c’è», non è un reading «anche se ho dei fogli davanti: di sicuro c’è la mia voce, la sua e quella del tempo in cui siamo tutti immersi».
Uno spettacolo dove più arti si mescolano senza mai nessuna dominare sulle altre. Assolutamente non una lezione o un memoriale parlato, semplicemente delle parole su quello che l’artista ha capito dell’altro artista. Oggi forse lo definiremmo un podcast, con tanto lavoro di ricerca e di materiali storici, che diventa ora un concerto ora una confessione, mescolando rigore filologico e passione, come nelle biografie di Carrère. Parla solo una persona ma è come se parlassero in cento perché alla fine le domande che usciranno, cercando di comprendere l’arte di De André, potrebbero essere quelle che ognuno dei cento si è posto a casa propria, nella propria automobile o nel proprio posto di lavoro. Ovunque.
Il 20 marzo “Assange. Colpirne uno per educarne cento” di e con Alessandro DI Battista, dedicato al caso di Julian Assange. Di Battista ripercorre a teatro le incredibili vicende del fondatore del sito WikiLeaks, incarcerato per aver fatto il suo lavoro: dare notizie. Dalla pubblicazione dei documenti segreti che provano i crimini di guerra di diverse nazioni, Stati Uniti in testa, alle denunce subite, passando per gli anni da rifugiato politico nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, fino all’arresto e alla detenzione nel carcere inglese di massima sicurezza di Belmarsh. Assange da 12 anni non vede la luce del sole e oggi rischia l’estradizione in Usa e la galera a vita. Con “Assange. Colpirne uno per educarne cento”, Di Battista porta sul palcoscenico la sua storia, una storia che riguarda la libertà di stampa in Occidente, dunque la nostra stessa libertà. (in collaborazione con il festival Encuentro)
Il 30 marzo spazio a uno degli attori più amati in Umbria, il perugino Filippo Timi e al musicista jazz Emanuele Cisi con “Far away”, progetto che nasce da una profonda riflessione sull’inedito momento storico che stiamo vivendo, con protagonista la lontananza, declinata in tutte le sue accezioni: quella fisica, all’interno delle relazioni umane, dell’isolamento spirituale, della fuga verso la libertà. Perfetto dunque, l’incontro e la sinergia artistica e umana tra Filippo Timi e Emanuele Cisi, che ha dato vita a racconti poetici scritti e recitati da Timi sulle musiche firmate da Cisi, scandendo gli umori e i vari significati della lontananza. (In collaborazione con Jazz Around)
Il 7 aprile spazio a “Fuori fuoco – solo tour” di Davide Shorty, il rapper, cantautore e producer di Palermo capace di far convivere la sua inconfondibile voce soul con sonorità e melodie contaminate da jazz e rap, tra l’altro anche terzo classificato alla nona edizione di X-Factor Italia (2015).
Il 9 aprile “Performante” il nuovo spettacolo di Edoardo Ferraio. Tempi duri per i pigri e i poco mondani: non è più tollerata alcuna forma di ozio o di privacy, e oggi anche l’elettrauto sotto casa deve fare show business. Quindi manteniamo la calma e confrontiamoci con i temi che tediano le nostre pause pranzo: crisi climatica, iper-esposizione mediatica, ex compagni delle elementari riesumati come venditori di Nft, valutare se intraprendere la professione di neurologo o quella di streamer, la nostalgia di epoche vissute l’altro ieri, la suscettibilità estrema e il lavoro non retribuito dell’offeso telematico, la casa in campagna come unica possibilità residenziale, la motivazione dei guru disperati, la necessità di sentirsi un eroe e poi la speranza che, nonostante tutto, l’intelligenza artificiale possa risolvere tutti i nostri problemi, compreso quello della sua esistenza. Le certezze sono sempre meno ma, in un’epoca in cui siamo tutti chiamati a essere performanti, l’unico lusso al quale ambire è il tempo perso. (in collaborazione con il festival Tanganica)
– Artemisia – Donne in scena
Il 3 marzo concerto di Nada in duo con Andrea Mucciarelli, talentuoso chitarrista della scuola jazz/blues senese. Lo spettacolo comprende brani come “Il porto di Livorno” (di Piero Ciampi), la popolare “Ma che freddo fa” grandi successi come “Amore disperato”, “Ti stringerò” e classici della tradizione popolare come “Maremma”, fino alle canzoni di oggi (“Luna in Piena” e “Senza un perché).
Il 4 maggio “Brutta. Storia di un corpo come tanti” di Giulia Blasi, con Cristiana Vaccaro Chi ha detto che, per occupare uno spazio pubblico, per vivere appieno in società, si debba per forza essere belle? Questo monologo brillante tratto dal successo letterario edito Rizzoli di Giulia Blasi e interpretato dalla multiforme Cristiana Vaccaro, per la regia di Francesco Zecca, racconta la storia del corpo della protagonista. L’umorismo dello spettacolo dona leggerezza e profondità a questa riflessione sul femminile, mai retorica, estremamente attuale, che attraversa fino ai giorni nostri un universo caleidoscopico fatto di strade polverose anni ‘70, di cartoni animati anni ‘80, di donne-frutta e facce da stronza, di primi amori (e prime delusioni) a ritmo di successi sanremesi anni ’90.
Il 10 maggio “Vita Bassa”, scritto da Giorgia Fumo e Manuela Mazzocchi, con Giorgia Fumo. Lo spettacolo guida lo spettatore alla scoperta della vita dei millenials, i nuovi adulti che si barcamenano con le briciole lasciate dai loro predecessori. Dai viaggi che devono essere a tutti i costi “esperienze” ai programmi in cui si scelgono abiti da sposa, dalla vita in ufficio ai “lasciamenti” nell’era dei social, Giorgia Fumo con il suo stile unico porta sul palco una comicità intelligente e mai banale.
– Digital Primitives –
Il 25 febbraio “Entropy for life” di e con Giacomo Moro Mauretto – Entropy for Life. Partiamo da una semplice domanda: la morte è inevitabile? Istintivamente ci viene da dire di sì, dato che quasi tutti gli organismi viventi prima o poi muoiono; anche in assenza di motivi esterni accade per una qualche patologia dovuta all’invecchiamento. Eppure negli anni i biologi sono arrivati alla comprensione che il processo di invecchiamento sembra essere qualcosa di non necessariamente obbligatorio in tutti gli animali e forse potenzialmente invertibile. In questa conferenza proverò a raccontarvi le novità su quello che sembra essere la “corsa allo spazio” dei prossimi decenni: la ricerca dell’immortalità.
Il primo marzo “Moriremo tutti! – Come finirà il mondo? E noi che fine faremo?” di e con Adrian Fartade – link4universe. Da sempre abbiamo cercato di immaginare come potrebbe essere la fine del mondo e l’universo ci ha sempre dato tantissimi spunti a riguardo, da asteroidi e comete a stelle giganti e buchi neri. Tutto questo senza contare cosa potremo fare noi stessi o cosa succederà alla Terra nel tempo. Questo spettacolo esplora queste possibilità ed i vari modi in cui il modo potrebbero finire, tra una risata e l’altra su come sta andando e come andrà.
Il 10 marzo “Fallisci ancora fallisci meglio” di e con Alan Zamboni – Curiuss che narra in questo spettacolo una delle vicende più importanti e dimenticate. Nel 1792 comincia la misurazione di una parte del meridiano terrestre con lo scopo di definire la lunghezza del metro e il conseguente sistema metrico decimale. È un’impresa unica nel suo genere che durerà sette anni e sarà costellata da una serie impressionante di problemi, imprevisti, contrattempi ed errori. Il risultato sarà sbalorditivo perché attraverso un percorso di fatto fallimentare si riuscì incredibilmente nello scopo che ci si era prefissati: dare al mondo un’unità di misura condivisa. Un’occasione per riflettere sull’importanza e l’imprescindibilità dell’errore nella scienza.
26 marzo “Terra – Solaris: solo andata. Un viaggio alla scoperta dell’anima” di e con Rick Du Fer – Daily Cogito. Com’è che un uomo scopre la propria anima? Non certo seguendo le parole di Seneca o Nietzsche, né guardando le opere di Van Gogh o Klimt. Un uomo scopre la propria anima perché́ si schianta su un pianeta alieno che lo costringe a guardare ciò̀ che è veramente. Su Solaris, Rick DuFer trova uno specchio, e lo specchio gli dà̀ modo di vedere cose altrimenti inaccessibili: mondi fantastici, fantasmi di altre epoche, verità̀ impensabili. Un monologo in tre atti, tra filosofia, letteratura, cinema e psicologia, in cerca dell’anima di tutti: un viaggio che potrebbe spaventare o illuminare, ma probabilmente entrambe le cose.
Il 3 aprile “L’Universo in un bicchiere” di e con Davide De Blasio – Spazi Attorcigliati. Il mondo è un luogo complesso, costellato di bizzarrie e fenomeni misteriosi. Eppure, la fisica sembra rivelarne un ordine segreto, fatto di campi, particelle e deformazioni dello spazio-tempo. Tanto più indaghiamo gli enigmi del cosmo, tanto più tutto si riduce a poche e semplici leggi. Ce n’è una, però, che fa da fondamento a tutte le altre. Di cosa si tratta? Per scoprirlo, dobbiamo prima capire perché l’universo in cui viviamo sia tanto simile a un bicchiere d’acqua.
Il 27 aprile “L’utile inutilità della filosofia” di e con Matteo Saudino – Barbasofia. Spesso si sente dire che la filosofia non serve a nulla, che è un’attività inutile, in quanto troppo astratta o addirittura bizzarra. In particolar modo, nella nostra società contemporanea caratterizzata dal primato del sapere tecnico-scientifico e dalle logiche dell’utilitarismo, fare filosofia è considerato una perdita di tempo, un’attività marginale. Ma è veramente così? A rispondere a questa domanda è già, nel IV secolo a.C., Aristotele, secondo cui gli esseri umani non esercitano la filosofia «per nessun vantaggio che sia estraneo ad essa; e, anzi, è evidente che, come diciamo uomo libero colui che è fine a se stesso e non è asservito ad altri, così questa sola, tra tutte le altre scienze, la diciamo libera: essa sola, infatti, è fine a se stessa» (Metafisica, 982b- 983a).
La stagione SanFra 2024 promossa da Mea Concerti si realizza in collaborazione con il Comune di Perugia, con il sostegno Sviluppumbria. Partners sostenitori dell’Auditorium di San Francesco al Prato sono Diva International, Acacia Group, Regusto, Liomatic.
Partner tecnico e curatore dell’immagine Fattoria Creativa. Partner tecnico per la connettività Connesi.
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