BASTIA UMBRA – “Non possiamo lasciare ai nostri figli un paese immobile”. E’ questo il messaggio che ha lanciato il consigliere regionale Andrea Smacchi intervenendo in una iniziativa organizzata dal Partito democratico locale per sostenere il Sì al prossimo referendum. Insieme a lui la consigliera comunale Ramona Furiani e il professor Maurizio Oliviero. Ad introdurre il segretario Giacomo Giulietti: “Dire Sì significa dire basta a chi è lì e continua a dire agli altri cosa fare, quando loro non le hanno fatte. È tornato fuori Ciriaco De Mita, che non è stato in grado di fare le riforme. È ora di superare il bicameralismo che non è più perfetto”.
La consigliera Furiani ha parlato del referendum e dell’associazione “Nessun dorma Umbria”, nata per portare il percorso di partecipazione al referendum anche fuori dal Pd. “Sulla riforma – ha detto – si è innestato uno scontro catastrofico ma in realtà va a correggere aspetti che il Paese non può più ignorare”. Il professor Oliviero è poi entrato nel tecnico: “Noi costituzionalisti facciamo fatica a spiegarci perché dobbiamo dare risposte sul padre della boschi e altro. La costituzione è come un testamento ed è il frutto di una esperienza. Nella costituzione c’è una prima parte immodificabile. Poi c’è una seconda parte per far funzionare la macchina dello Stato.
Quel meccanismo era la cosa necessaria nelle condizioni date. Compromettere la prima parte significava far venir meno la democrazia ma cambiare la seconda parte è un dovere. C’erano dei difetti e nel corso del tempo ci sono stati 18 tentativi per rimediare ad essi”. Poi ha iniziato a smontare quelle che ha definito “bufale”, dall’aumento dei poteri del premier al fatto che, anche in questo parlamento, ci sarebbe la possibilità di approvare velocemente una legge.
“Fondamentale è riformare la costituzione – ha detto il consigliere regionale Andrea Smacchi – ma altrettanto fondamentale è attuare anche la prima parte. Questi sono i temi della politica. È’ vero che stiamo dividendo questo paese ma non era l’obiettivo di chi sta facendo la riforma.
Se non passa questa riforma lo metteremo in ginocchio. Veniamo da dieci anni di crisi. Mi amareggia che la popolazione giovanile non vada a votare. Non posso lasciare ai miei figli – ha continuato Smacchi – un paese immobile.
La struttura di governo è essenziale, come lo è rendere il paese al passo con i tempi alla luce del fatto che non siamo adeguati. L’obiettivo, in questi 10 giorni, è stanare chi la mette sulla bagarre perché vuole mantenere il sistema com’è”.
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