Questore di Perugia, bilancio 2017, video conferenza
PERUGIA – «Per il 2017 è un bilancio tutto sommato positivo». Lo ha detto il Questore di Perugia, Francesco Messina, durante la conferenza di fine anno. «I reati sono ancora in calo perché c’è rapporto con la gente che segnala situazioni strane e perché le istituzioni sono molto attente, perché si fa squadra con le forze dell’ordine e la magistratura, perché c’è un prefetto di grande competenza».
Una realtà sana che va tutelata. «Ci sono criticità legate a furti e flussi dello spaccio – ha spiegato Messina – c’è la minaccia sempre attuale del terrorismo e c’è anche una certa difficoltà ancora a fare rete per alcuni tipi di reato».
«Quando sono arrivato, poco più di un anno fa, c’era una specifica richiesta di azione su Fontivegge. Un quartiere in cui la percezione di insicurezza è sempre stata forte e dove a mio avviso alcune dinamiche recenti hanno favorito l’accumularsi di soggetti portati a delinquere. Abbiamo investito molto sulle volanti: per me sono parte fondamentale, non solo per il pronto intervento. Perlustrare il territorio, anche attraverso verifiche di tipo amministrativo nei locali pubblici, permette di conoscerlo e di conoscere le dinamiche che si sviluppano. Consente di avere in mano il territorio, a parte la questione della visibilità che in una realtà come questa ha un peso enorme proprio sotto il profilo della percezione della sicurezza».
Il Questore è particolarmente orgoglioso del lavoro fatto con alcune frange delle tifoserie organizzate, rivendica i tanti Daspo ma anche l’opera di dialogo con la parte sana della tifoseria, «che ha compreso come certi comportamenti vanno al di là del normale sostegno alla squadra».
Riferimenti orgogliosi anche a Umbria Jazz, alle tante visite istituzionali a Norcia, fino alla recente doppia manifestazione di Ponte San Giovanni: «Abbiamo garantito l’ordine pubblico senza limitare il diritto di manifestare pubblicamente la propria opinione»
Citazione anche delle espulsioni, in stretta collaborazione con Digos e Squadra Mobile: «Nell’inconscio collettivo prevale la paura dello spaccio e delle risse in centro, paura che si è diffusa sulla scia dell’omicidio Meredith.
«Dove non siamo potuti arrivare con gli arresti siamo arrivati con la prevenzione -ha concluso -. In particolare vengono rivendicate le 142 espulsioni con accompagnamento, di cui 16 avevano a che fare con il terrorismo islamico».
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