Migranti, “Libia ha lasciato annegare donna e bimbo”. Salvini: falso
L’Ong Open Arms accusa la Guardia costiera libica di aver affondato un gommone con a bordo alcune persone che si rifiutavano di salire sulle motovedette. Replica del Viminale: è una fake news, forniremo la versione di osservatori terzi. Marina libica: accuse infondate
La Libia avrebbe lasciato morire una donna e un bambino che erano a bordo di un gommone in difficoltà. È questa la denuncia dell’Ong Proactiva Open Arms che ha pubblicato su Twitter le foto e il video dei due corpi in mare, tra i resti di una barca. “La Guardia costiera libica ha detto di aver intercettato una barca con 158 persone fornendo assistenza medica e umanitaria – ha scritto il fondatore della Ong Oscar Camps – ma non hanno detto che hanno lasciato due donne e un bambino a bordo e hanno affondato la nave perché non volevano salire sulle motovedette”. Poi l’Ong accusa l’Italia: “Ogni morte è la conseguenza diretta di quella politica”. Salvini replica: “Bugie, siamo nel giusto”. Mentre fonti del Viminale sostengono che si tratti di “una fake news”, sottolineando che “nelle prossime ore” verrà resa pubblica “la versione di osservatori terzi che smentiscono la notizia secondo cui i libici non avrebbero fornito assistenza”. A parlare di “accuse infondate” anche la marina libica, secondo cui “le operazioni di soccorso sono state condotte con massima professionalità e nel rispetto degli standard internazionali”. Intanto i membri dell’equipaggio della Astral, la nave Ong Open Arms che è intervenuta per il soccorso, sono in attesa di conoscere il porto di destinazione per poter accompagnare la donna tratta in salvo. Il capitano Riccardo Gatti racconta a Sky Tg24 le fasi del salvataggio (LO SPECIALE MIGRANTI)
Non abbiamo potuto fare nulla
A raccontare l’episodio dell’annegamento è ancora Oscar Camps: “Quando siamo arrivati abbiamo trovato una delle donne ancora vive ma purtroppo non abbiamo potuto far nulla per l’altra donna e il bambino”. Secondo il fondatore di Proactiva Open Arms, i due sarebbero morti poche ore prima che la Ong arrivasse nella zona, dopo una traversata di 6 ore, come riferito dalla stessa Ong in un comunicato. Parole dure anche nei confronti dell’Italia e della politica del governo sulla questione migranti: “Ogni morte è la conseguenza diretta di quella politica. Denunciamo l’omissione di soccorso in acque internazionali – scrive ancora la Ong su Twitter commentando le immagini del soccorso – e l’abbandono di una persona viva e i cadaveri di un bambino e una donna dalla presunta Guardia costiera libica, legittimata dall’Italia”. La Ong, nel ribadire le sue accuse, ha definito quanto accaduto come un “fatto grave che porteremo di fronte al Tribunale internazionale dei Diritti Umani”.
Il disperato salvataggio di Josephine
Viene dal Camerun ed è rimasta due giorni in mare attaccata ad un pezzo di legno prima che i volontari di Open Arms la salvassero. A raccontare la storia di Josephine, la donna recuperata al largo della Libia, è Annalisa Camilli, una giornalista di “Internazionale” che si trova a bordo della nave della Ong spagnola. Come spiega nel suo racconto, i resti del gommone sono stati individuati nella mattinata di martedì 17 luglio alle 7.30 a circa 80 miglia dalle coste libiche. A soccorrere la donna è stato Javier Figuera, uno spagnolo di 25 anni: “Quando le ho preso le spalle per girarla – dice – ho sperato con tutto il mio cuore che fosse ancora viva. Dopo avermi preso il braccio non smetteva di toccarmi, di aggrapparsi a me”. A quel punto, prosegue Camilli, sono arrivati altri soccorritori e l’hanno trasportata sulla nave, dove ora si trova con sintomi di ipotermia. “Le sue condizioni sono state stabilizzate grazie alle cure prestate dal nostro staff medico”, hanno poi precisato da Open Arms.
Salvini: bugie e insulti confermano che siamo nel giusto
Dopo le accuse da parte della Ong, non si fa attendere la replica di Matteo Salvini che sui suoi profili social scrive: “Bugie e insulti di qualche Ong straniera confermano che siamo nel giusto: ridurre partenze e sbarchi significa ridurre i morti, e ridurre il guadagno di chi specula sull’immigrazione clandestina. Io tengo duro. #portichiusi e #cuoriaperti”. Uno scontro, quello tra Salvini e la Ong spagnola che va avanti da quasi un mese. Lo scorso 4 luglio, infatti, la nave Open Arms con a bordo 59 migranti era stata costretta a fare rotta verso Barcellona, dopo che le era stato negato lo sbarco sulle coste italiane e maltesi. In quell’occasione Camps aveva accusato la politica della chiusura dei porti della morte in mare di almeno cento persone.
Le reazioni e le critiche a Salvini
“Caro Matteo Salvini e caro Marco Minniti. Di questi brutali assassini siete responsabili voi, i vostri accordi, il vostro cinismo”. Queste le parole di Erasmo Palazzotto, deputato di Liberi e Uguali, attualmente a bordo di una delle navi della Ong Open Arms. “Il governo italiano a questo punto è responsabile dei crimini commessi da quella che chiama Guardia costiera libica”, prosegue il parlamentare. Critiche al ministro dell’Interno arrivano anche dal presidente Pd, Matteo Orfini, che da Twitter commenta così le parole del vicepremier: “Una donna e un bambino lasciati morire. Dovresti tenere duro con i responsabili di questa tragedia non con chi li denuncia. #apriteiporti”.
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