Il Provveditorato penitenziario tornerà a Perugia entro fine anno
Il Provveditorato penitenziario – Il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria tornerà a Perugia entro la fine dell’anno, segnando una svolta decisiva per la gestione delle carceri in Umbria. Dopo sette anni di pressioni e negoziati, il SAPPe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria) annuncia che questo traguardo è stato raggiunto grazie alla stretta collaborazione con le forze politiche, in particolare la Lega e Fratelli d’Italia.
Il SAPPe ha giocato un ruolo centrale in questa battaglia, ma è doveroso riconoscere il contributo chiave del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari della Lega, che ha sostenuto con forza il ripristino del Provveditorato. La nuova struttura garantirà una gestione più autonoma ed efficace delle carceri umbre e marchigiane, riducendo la dipendenza dalla Toscana e migliorando la sicurezza e l’efficienza dell’amministrazione penitenziaria nella regione.
Tesei ringrazia il Governo per il nuovo provveditorato carceri in Umbria
La Lega ha infatti portato avanti il progetto con determinazione, grazie anche alla recente mozione approvata dal consiglio regionale. Il dispositivo formale è ora al vaglio della Presidenza del Consiglio e si attende la firma di un DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri), cui seguiranno i decreti ministeriali necessari per rendere esecutivo il provvedimento.
La regione Umbria, che detiene il primato italiano nel rapporto tra abitanti e detenuti, vedrà finalmente una maggiore autonomia nella gestione dei propri istituti penitenziari. Attualmente, molte carceri umbre ospitano detenuti provenienti dalla Toscana, compresi soggetti difficili da gestire, che hanno reso più complessa la situazione nelle strutture di Spoleto, Orvieto, Perugia e Terni.
Non meno significativo è stato l’impegno della presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, che ha lavorato instancabilmente per ottenere il consenso necessario alla realizzazione del progetto. Anche Fratelli d’Italia, rappresentato dall’onorevole Emanuele Prisco e dal sottosegretario Andrea Delmastro Delle Vedove, ha fornito un importante contributo politico per consolidare il sostegno al ripristino del Provveditorato, contribuendo a un risultato storico.
Questa sinergia tra il SAPPe, la Lega e Fratelli d’Italia ha permesso di superare gli errori del passato. Il Provveditorato di Perugia era stato infatti soppresso nel 2017 per decisione dell’allora ministro del Partito Democratico, Andrea Orlando, un provvedimento che aveva suscitato critiche e preoccupazioni tra gli operatori del settore. Il ripristino della sede di Perugia, quindi, rappresenta una rettifica di quella scelta, con l’obiettivo di migliorare la qualità del lavoro per il personale penitenziario e aumentare la sicurezza pubblica.
La mozione recentemente approvata in consiglio regionale, sostenuta anche dal Segretario Nazionale del SAPPe per l’Umbria, Fabrizio Bonino, ha costituito un ulteriore passo avanti verso questo risultato. Il SAPPe, insieme ai rappresentanti politici, ha mostrato di essere schierato dalla parte dei poliziotti penitenziari, impegnandosi per una gestione più autonoma e trasparente delle carceri umbre.
Entro la fine del 2024, il Provveditorato Regionale dovrebbe finalmente tornare operativo a Perugia, sancendo un ritorno all’efficienza nell’amministrazione penitenziaria regionale. Questo sviluppo non solo migliorerà le condizioni di lavoro dei poliziotti penitenziari, ma avrà anche un impatto positivo sulla gestione complessiva dei detenuti, riducendo la dipendenza da altre regioni e rafforzando la capacità delle carceri umbre di rispondere alle sfide quotidiane.
Per il SAPPe e le forze politiche coinvolte, questo successo è un chiaro segnale di impegno a favore della sicurezza regionale e del miglioramento delle condizioni lavorative degli agenti penitenziari. In vista delle prossime elezioni amministrative, la notizia viene resa pubblica per sottolineare l’importanza di questo risultato e per invitare i poliziotti penitenziari e le loro famiglie a riflettere su chi ha realmente sostenuto la loro causa.
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