I giornali in tv la rassegna stampa video del 6 marzo 2023
Bangladesh: enorme incendio in campo profughi Rohingya
Un enorme incendio ha colpito ieri un affollato campo profughi per i musulmani Rohingya nel sud del Bangladesh, lasciando migliaia di senzatetto. L’incendio è scoppiato al Campo 11 di Cox’s Bazar, un distretto di confine sud-orientale dove vivono più di un milione di rifugiati Rohingya. La maggior parte di essi è fuggita da una repressione guidata dai militari in Myanmar nel 2017.
Secondo il commissario per i rifugiati del Bangladesh Mijanur Rahman, ripreso dal Guardian, il fuoco ha rapidamente inghiottito i rifugi di bambù e tela cerata e bruciando “circa 2.000 rifugi e lasciando senza riparo circa 12.000 cittadini birmani”.
Le autorità del Bangladesh stanno indagando sull’origine dell’incendio che non avrebbe provocato vittime. La polizia, che ha arrestato un uomo, non esclude che potrebbe essere stato causato da un atto di sabotaggio.
(Crc/Adnkronos)
Huawei: figlia del fondatore alla guida del gigante tecnologico dal 1° aprile
In una mossa che potrebbe potenzialmente riaccendere le remore degli Stati Uniti nei confronti del gigante tecnologico cinese Huawei, la figlia del fondatore e amministratore delegato Ren Zhengfei – Meng Wanzhou – si appresta ad assumere per la prima volta la posizione rotativa di presidente della società il 1° aprile, secondo quanto appreso da dpa.Meng Wanzhou, che attualmente ricopre il ruolo di direttore finanziario di Huawei, è balzata agli onori della cronaca nel 2018 quando è stata arrestata in Canada su ordine di Washington con l’accusa di frode bancaria in violazione delle sanzioni statunitensi contro l’Iran.
La sua ascesa nei ranghi dell’azienda prepara il piano di successione per il padre 78enne, hanno riferito fonti alla dpa di Pechino. Meng è stata tenuta agli arresti domiciliari a Vancouver per tre anni, dove ha combattuto contro la sua estradizione negli Stati Uniti. In seguito all’arresto, la Cina ha arrestato due canadesi con l’accusa di spionaggio. Dopo anni di negoziati che hanno coinvolto la magistratura statunitense, Meng è potuta tornare in Cina nel 2021, in uno scambio che ha visto anche il rilascio dei due cittadini canadesi.
Il governo statunitense ha imposto sanzioni ad ampio raggio su Huawei nel 2019, accusando l’azienda di stretti legami con le autorità cinesi e avvertendo del pericolo di spionaggio o sabotaggio. Huawei respinge le accuse. Secondo i media, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden sta attualmente valutando di inasprire ulteriormente le sanzioni, ad esempio impedendo l’accesso di Huawei ai semiconduttori di fornitori statunitensi chiave come Qualcomm o Intel.
(Rem/Adnkronos)
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