Femminicidio Soethe: movente sessuale secondo i Carabinieri 

L'operaio romeno, imputato, impassibile in aula a Perugia

Femminicidio Soethe: movente sessuale secondo i Carabinieri 

Secondo i Carabinieri del Racis, il movente del femminicidio di Marielle Soethe, settantenne tedesca trovata morta il 1° dicembre 2022 nella sua abitazione a Pistrino di Citerna, sarebbe di natura sessuale. L’udienza si è svolta presso la Corte d’Assise di Perugia, dove il maresciallo e psicologo forense dell’Arma, Maurizio Inangeri, ha esposto le proprie conclusioni.

Dinamiche del crimine

La vittima è stata colpita con particolare violenza al viso e nelle parti intime. Secondo l’esperto, questo indicherebbe un delitto motivato da un rifiuto di natura sessuale. L’omicida, identificato in C.F., operaio romeno di 51 anni e vicino di casa della vittima, avrebbe poi coperto il corpo, un gesto interpretato come un tentativo di ridurre il senso di colpa.

Prima di lasciare l’abitazione, l’uomo avrebbe chiuso porte e finestre, dimostrando una notevole freddezza e lucidità. Questo comportamento, secondo gli investigatori, rafforza l’ipotesi che l’operaio conoscesse bene la vittima e avesse pianificato almeno parte delle proprie azioni.

L’atteggiamento in aula

Il romeno è rimasto impassibile durante l’udienza, mentre i dettagli del caso venivano analizzati. Gli inquirenti hanno sottolineato il profilo psicologico dell’imputato, che denoterebbe una personalità capace di agire con premeditazione e controllo.

Un aspetto significativo emerso durante il processo riguarda la compatibilità dell’ospedale con la detenzione carceraria. Il medico incaricato dalla Corte ha stabilito che le sue condizioni di salute non sarebbero compatibili con il regime detentivo. Questo pone interrogativi sul possibile trasferimento agli arresti domiciliari, una decisione che, tuttavia, potrebbe complicarsi. Secondo le indiscrezioni, la moglie dell’imputato non sarebbe disposta ad accoglierlo nella loro abitazione.

Le indagini del Racis

Il contributo dei Carabinieri del Racis, esperti nell’analisi delle scene del crimine e nella costruzione di profili psicologici, è stato centrale nel delineare il movente. Il maresciallo Inangeri ha spiegato come l’esame degli indizi raccolti sul luogo del delitto, unitamente al comportamento dell’imputato, abbia portato alla conclusione che si tratti di un crimine legato al rifiuto subito dal romeno.

La lucidità dimostrata nel coprire il corpo e nell’assicurarsi che l’abitazione fosse chiusa, secondo gli esperti, contrasta con l’estrema violenza dell’aggressione, evidenziando un conflitto interno nell’imputato.

Prossimi sviluppi

La Corte d’Assise di Perugia dovrà valutare ulteriori testimonianze e perizie per giungere a un verdetto. L’udienza ha visto l’accusa sostenere la tesi del movente sessuale come elemento chiave per comprendere il crimine, mentre la difesa ha richiesto maggiori chiarimenti sulle condizioni psichiche dell’imputato.

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